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Canoni di produzione delle cave, ddl di semplificazione in Commissione

02 Dicembre 2014 13:44, di Niki Mazzara
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E' stato trattato oggi in III Commissione all'Ars il disegno di legge, primo firmatario è l'onorevole Girolamo Fazio, sulla revisione della normativa

E' stato trattato oggi in III Commissione all'Ars il disegno di legge, primo firmatario è l'onorevole Girolamo Fazio, sulla revisione della normativa della disciplina per il pagamento dei canoni di produzione delle cave. La proposta di modifica del legislatore è di aggiornare la normativa confermando ed incrementando i versamenti per opere di recupero ambientale a carico degli esercenti delle attività di cava. Nel ddl il procedimento di calcolo del canone di produzione viene semplificato per rendere certo, e non aleatorio, il gettito in entrata per la Regione, evitando eventuali elusioni del pagamento del canone. Il settore lapideo siciliano è abbastanza rilevante per l'economia regionale siciliana, non solo per i 1.114 addetti alle cave ma, soprattutto, per l'attività che produce nella filiera di trasformazione. In particolare, si contano 3.888 addetti all'attività di taglio e modellatura della pietra, 3.664 alla fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, 574 alla fabbricazione di tegole e mattoni, 776 alla fabbricazione di prodotti ceramici, per un totale di 10.016 addetti (dati ISTAT), a cui vanno aggiunti tutti i lavoratori dell'indotto. Il valore della produzione è stimato in oltre 200 milioni di euro, di cui quasi 100 milioni per materiali esportati all'estero. «Bisogna dare una risposta celere e definitiva al comparto – afferma l'On. Girolamo Fazio – ma soprattutto rendere la vita più semplice agli operatori. Penso che questo disegno di legge abbia dato veramente una mano alla semplificazione e mi auguro che possa essere preso ad esempio per disciplinare altri settori». I canoni di produzione sono destinati per il 60 per cento all'amministrazione comunale in cui ricade l'area di cava e per il 40 per cento all'Assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità. Qualora siano interessati più comuni, la quota del 60 per cento è ripartita sulla base della superficie dell'area di cava ricadente in ciascun comune. I canoni destinati ai Comuni sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientale e al recupero dei beni confiscati alla mafia ed alle organizzazioni criminali. Il 50 per cento del gettito derivante dal canone destinato all'Assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità, è destinato a sostenere le attività di studi e ricerche di settore, di monitoraggio e vigilanza del settore estrattivo nonché per il potenziamento delle risorse umane assegnate all'Assessorato per l'incremento dell'attività di sorveglianza, controllo e lotta all'abusivismo in campo estrattivo.

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