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Caos nel carcere Pagliarelli. Detenuti feriscono 4 agenti, protesta il SAPPE - Trapani Oggi

Palermo | Cronaca

Caos nel carcere Pagliarelli. Detenuti feriscono 4 agenti, protesta il SAPPE

07 Luglio 2022 08:38, di Redazione
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Il SAPPE diserta la festa del Corpo in programma oggi

Sono giornate di vero incubo per il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere Pagliarelli di Palermo, dove solamente la professionalitĂ  dei poliziotti penitenziari ha contenuto la violenta irruenza di alcuni detenuti.

“Nel carcere di Pagliarelli a Palermo è successo davvero di tutto nelle ultime ore”, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del segretario nazionale per la Sicilia Calogero Navarra. “Ieri mattina, in due distinte aggressioni, alcuni detenuti si sono scagliati contro il personale di Polizia, ferendo quattro Agenti. Così non si può più andare avanti… Non siamo carne da macello e non possiamo pagare l’indifferenza dell’Amministrazione penitenziaria verso i gravi problemi del carcere Pagliarelli di Palermo”.

Impietoso il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Ogni giorno succede qualcosa di grave: le carceri italiane sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Solamente l'intervento del personale di Polizia Penitenziaria è riuscito a riportare la calma a Pagliarelli. Ovviamente tutto ciò si è potuto verificare grazie allo scellerato regime "aperto" e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico”. E conclude: “Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Pagliarelli a Palermo e della Sicilia. Gli Agenti di Polizia Penitenziaria devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o – peggio da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno. Non dimentichiamo che contiamo ogni giorno gravi eventi critici, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria”.

Intanto il Sappe già con una nota ieri aveva deciso di disertare le festa della polizia penitenziaria in programma oggi a Palermo. Una scelta “per protestare contro le condizioni lavorative in cui sono costretti ad operare gli agenti in servizio negli istituti penitenziari della Sicilia.“Non ci saremo perchè come purtroppo - diciamo da alcuni anni - sottolinea il segretario regionale Calogero Navarra - per la polizia penitenziaria non c'ènulla da festeggiare”.

Per Navarra “La situazione degli istituti penitenziari della Sicilia è ai livelli allarmanti di natura generale”. Ad aggravare la situazione dice ancora il segretario del Sappe “vi è pure che il Provveditore non ha sufficiente autorevolezza nei confronti di alcune autorità e non risulta sufficientemente determinato nei confronti dei direttori tanto da potere essere il garante degli accordi concordati”.

Il Sappe è pronto “suo malgrado ad interrompere ogni relazione sindacale con il referente dell’amministrazione penitenziaria della Regione Sicilia e tramite la segreteria generale demanderà ogni comunicazione al capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria presidente Renoldi”.

L'organizzazione sindacale, inoltre, “non comprende perché durante la festa degli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme di intervento, piuttosto che valorizzare il ruolo dei baschi azzurri”. Navarra infine evidenzia “l'aumento degli episodi violenti all’interno delle carceri, il regime penitenziario 'aperto' e la vigilanza dinamica, con la conseguente riduzione del personale di polizia penitenziaria a fronte di un incremento dei detenuti liberi per più di 8 ore al giorno e costretti ad oziare”. Insomma una situazione che si è ulteriormente aggravata.

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