Capitale italiana della Cultura 2018, la Fondazione degli Architetti precisa e ringrazia
Nessuna risposta diretta a chi ha lanciato strali contro "indebiti utilizzi" di nomi e sigle di Enti culturali trapanesi, che non sarebbero stati inte...
Nessuna risposta diretta a chi ha lanciato strali contro "indebiti utilizzi" di nomi e sigle di Enti culturali trapanesi, che non sarebbero stati interpellati per essere inclusi nel progetto, ma solo un comunicato stampa in cui si sottolinea il risultato raggiunto - l'inserimento tra le dieci finaliste tra cui scegliere la Capitale italiana della Cultura 2018 - e si ringraziano tutti i soggetti pubblici e privati che hanno contribuito alla stesura del Dossier UCEE. Questa la linea della Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Trapani che, in una nota del presidente Vito Mancuso sottolinea come "nel febbraio 2016 la nostra Fondazione ha rivolto l’appello per partecipare al bando 2018 a tutti gli attori della proposta culturale del territorio. In molti hanno risposto, altri no. La Fondazione, sin dall’inizio, ha pensato ad una candidatura territoriale, definitasi all’uscita del bando il 31 marzo 2016, con la manifestazione d’interesse da parte dell’Unione dei Comuni Elimo Ericini. Nonostante il bando non fosse praticabile da parte di un’area vasta, la Fondazione ha cooptato nel progetto la condivisione delle città di Trapani, Caltafimi-Segesta e del Comune di Favignana che hanno messo a disposizione del progetto le proprie strutture culturali". Il lavoro progettuale, durato un anno, ha ottenuto l’adesione del professore Antonino Zichichi, presidente dell’Ettore Majorana Foundation and Center for Scientific Culture di Erice-Ginevra, e il contatto con Malta, già designata Capitale europea della Cultura 2018, tramite il presidente della Fondazione Valletta 2018. Il documento può essere visionato dal sito www.architettitrapani.it/fondazione, "a disposizione della programmazione delle amministrazioni locali e delle prossime generazioni che vorranno intraprendere questa avventura". "Il titolo Capitale italiana della Cultura 2018 - prosegue Mancuso - è stato vinto dal nostro gigante vicino, Palermo e, a detta della commissione ministeriale, il progetto trapanese e quello palermitano avevano (ovviamente) dei punti in comune. La candidatura trapanese per sei mesi è apparsa nei media nazionali ed internazionali e resterà nella rete globale per molto tempo: quanto costerebbe questa promozione del territorio nel libero mercato? E’ costata il nostro volontariato, le spese delle due trasferte romane da parte dell’Unione dei Comuni e una piccola sponsorizzazione del Distretto Turistico". "Ha vinto la Sicilia - prosegue il presidente della Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Trapani - e, nel nostro piccolo, abbiamo vinto anche noi presentando a nove sindaci del territorio il metodo partecipato e contemporaneo di pensare lo sviluppo dei territori e non le solite postazioni individualiste che dicono di far cose ma che mantengono agli ultimi posti delle statistiche la qualità della vita delle nostre città ".
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