Carcere, sindacati approvano utilizzo poliziotte penitenziarie nei reparti maschili
In una nota ufficiale SAPPe, osAPP, CISL e SINAPPE sostengono la decisione dei vertici dell'Istituto
I sindacati della Polizia Penitenziaria SAPPe, osAPP, CISL e SINAPPE intervengono, con una nota congiunta, sulla polemica avviata dal segretario regionale della UilPa Polizia Penitenziaria, Gioacchino Veneziano, a proposito dell'impiego di personale femminile in alcune aree dei reparti detentivi maschili della Casa Circondariale di Trapani.Â
Nella nota inviata al capo del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini e al provveditore per la Sicilia Gianfranco De Gesu, al direttore del carcere Renato Persico e, per conoscenza, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, i sindacati sottolineano di aver concordato, in un incontro svoltosi lo scorso 4 ottobre, "sull'informazione preventiva inviata dalla Direzione della Casa Circondariale di Trapani, sull'impiego delle donne della Polizia Penitenziaria, per le quaii e stato previsto l'impiego, oltre che alle portinerie ormai stabilmente occupate da quest'ultime, all'ingresso di un Reparto, presso la "sala regia" e ai corsi scolastici insieme al personale
maschile", "confortati anche dalla risposta del
provveditore che rimandava la responsabilità dell'impiego al direttore e al comandante di reparto, nel rispetto dell'art.6 comma 2 della Legge 395/90, ovvero NON all'interno delle sezioni detentive dove sono allocati detenuti maschi".
I sindacati affermano di ritenere che "sia l'ingresso del separto che la sala regia non possono essere di certo essere considerati sezioni detentive" e che le poliziotte sono in grado di svolgere gli stessi compiti colleghi,  "effettuando eventuali controlli attraverso I'uso di mezzi tecnologici (metal detector)".Â
"Non riusciamo a capire - si legge nella nota - come si sia potuta scatenare una campagna stampa da parte di una sigla minoritaria, la UIL, contro il comandante di reparto, reo di aver solo
risposto ad un attacco frontale (ndr. Con un comunicato stampa pubblicato anche su questo giornale) portato avanti con l'uso di comunicati stampa e interviste in TV". Secondo i rappresentanti di SAPPe, osAPP, CISL e SINAPPE, "il comandante ha agito per difendere l'immagine dell'amministrazione (appellata come fuori legge) e rivendicare la bontà dell'accordo sottoscritto in sede di
contrattazione".
I sindacati sottolineano di "non avere visto, in passato, levate di scudi da parte
della UIL, quando il direttore e il comandante di Reparto - sui quali oggi viene puntato il dito - a causa della totale carenza di personale femminile, con un atto di coraggio, impiegò gli uomini all'interno della sezione detentiva femminile e in quel momento sì in
violazione di legge; eppure nemmeno l'Amministrazione sollevo eccezioni perché aveva preso atto della gravissima carenza di personale femminile. Ora che, invece, quest'ultimo abbonda e la sezione femminile è chiusa, la sigla sopra citata porta avanti una campagna denigratoria nei confronti del comandante arrivando a chiedere anche eventuali provvedimenti disciplinari, cosa che ci lascia totalmente allibiti in quanto iI sindacato dovrebbe tutelare tutti i lavoratori e non solo i propri iscritti". Secondo le organizzazioni sindacali "chiedere provvedimenti discipiinari per una persona che ha cercato di arginare i
danai mediatici prodotti da informazioni di parte, non è sindacato ma è qualcos'altro che non appartiene alla nostra cultura".
I Segretari Gabriele, Zito, Trapani e Scaduto concludono la loro nota ribadendo e confermando l'accordo sottoscritto sull'impiego del personale femminile della Polizia Penitenziaria nei posti di servizio a norma della 395/90 Art. 6 comma 2 e dell'art. 9 del PIL" ed esprimono "totale solidarietà al comandante di reparto e al direttore dell'Istituto che, pur nel
rispetto delle posizioni e dei ruoli ricoperti, hanno dimostrato sempre correttezza nei rapporti sindacali".
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