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Chiude il centro Alzheimer, famiglie in difficoltà

29 Gennaio 2013 13:09, di Redazione
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Ci hanno provato, hanno lottato fino all'ultimo per difendere i diritti dei malati di Alzheimer. Ma hanno perso. L'Unità operativa di Psicogeriatria e...

Ci hanno provato, hanno lottato fino all'ultimo per difendere i diritti dei malati di Alzheimer. Ma hanno perso. L'Unità operativa di Psicogeriatria e Alzheimer dell'Azienda sanitaria provinciale chiuderà tra due giorni, il 31 gennaio. Le famiglie non si rassegnano. Resta lo sfogo affidato ad un post su Facebook di Marzia Lombardo, portavoce del comitato spontaneo delle famiglie dei malati, che tanto si è battuta per sollevare l'attenzione sul problema. "Pare che la struttura sarà destinata ad ospitare un centro diurno - scrive - Ecco perchè si ostinano a dire: non chiuderà. Ma purtroppo [...] l' Unità operativa di Psicogeriatria e Alzheimer, di fatto, non garantirà più i servizi che dal 2006 ad oggi ha erogato ai malati ed alle loro famiglie". Lombardo si riferisce, in special modo ai cosiddetti "ricoveri sollievo", la possibilità, cioè, per le famiglie di usufruire di periodi distribuiti nel corso dell'anno, in cui poter lasciare i propri cari alle cure del personale specializzato della struttura e trovare, appunto, un po' di sollievo nelle attività di cura che questi malati richiedono. Non sembri cosa di poco conto: la gestione domiciliare di un malato di Alzheimer, specie nella fase terminale, è qualcosa che fagocita e travolge la vita dei cosiddetti "caregiver", di coloro, cioè, che di quella persona si prendono cura. Spesso sono donne: mogli, figlie, nuore, sorelle che vedono letteralmente inghiottiti dalla malattia - oltre che gli affetti - anche i propri spazi vitali e  sociali. "Al momento non è dato sapere se saranno avviate alternative valide nei prossimi mesi da parte dell'Asp - continua Marzia Lombardo - Si parla di alcuni posti letto che sarebbero previsti presso l'Opera Pia "Serraino Vulpitta", più qualche altro posto di residenzialità in altre realtà della provincia". "Delusa, affranta e amareggiata - scrive Marzia - a nome mio e a nome delle famiglie dei malati che hanno beneficiato del centro, rivolgo un grazie a tutti i politicanti di turno che hanno mostrato interesse nei confronti della nostra vicenda, con tanto di telefonate, email e proclami sui giornali, salvo poi scordarsene perché troppo presi da problemi più grossi: come fare per ricandidarsi, come fare ad essere in lista, con chi schierarsi per avvantaggiarsi... Un ringraziamento sincero lo rivolgiamo, invece, a quei - pochi - giornalisti che hanno avuto a cuore la nostra situazione e che, privatamente e pubblicamente, ci hanno sostenuto dando spazio al nostro grido di aiuto. Grazie per quello che avete fatto". Speravamo di poter ottenere di più, cara Marzia. Ma non lasceremo che cali l'attenzione su una problematica, purtroppo, sempre più diffusa e pressante anche nel nostro territorio. La civiltà di una provincia, di una regione, di una nazione si misura con la capacità di interpretare e dare risposte ai bisogni dei cittadini.

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