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Trapani | Cronaca

Clan Messina Denaro, sequestrati beni per 18,5 mln di euro

16 Gennaio 2015 08:36, di Ornella Fulco
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Ulteriore duro colpo al patrimonio della "famiglia" mafiosa del boss latitante castelvetranese Matteo Messina Denaro. I Carabinieri del Ros e del Coma...

Ulteriore duro colpo al patrimonio della "famiglia" mafiosa del boss latitante castelvetranese Matteo Messina Denaro. I Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani hanno sottoposto a sequestro beni, riconducibili a Salvatore Angelo e Antonino Nastasi, per un valore complessivo di 18,5 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta del pool coordinato dal Procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato. I beni sottoposti a sequestro, tra cui alcuni intestati al figlio di Angelo e alla moglie di Nastasi, si trovano nei comuni di Castelvetrano, Salemi, Mazara del Vallo e Castellammare del Golfo. Angelo e Nastasi erano già stati condannati, nell’ambito dell'inchiesta “Mandamento”, per associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni. In particolare, sono stati sottoposti a sequestro otto beni aziendali, 132 immobili, sette veicoli e circa 22 tra rapporti bancari e finanziari. L’indagine patrimoniale ha confermato che l’organizzazione, capeggiata da Messina Denaro, fosse in grado di infiltrarsi, con una fitta rete di società controllate, nell’esecuzione di importanti lavori nel settore delle energie rinnovabili, sia in modo diretto sia indiretto, tramite l'imprenditore Salvatore Angelo, in particolare nella realizzazione dei parchi eolici di San Calogero a Sciacca, Eufemia a Santa Margherita Belice e Contessa Entellina. Attraverso accertamenti bancari è stato possibile riscontrare come una percentuale dei proventi derivanti da tali attività venisse destinata all'associazione mafiosa e, in parte, anche a supporto della latitanza di Matteo Messina Denaro. Il provvedimento di sequestro a carico di Salvatore Angelo e del figlio Andrea comprende cinque imprese individuali operanti nel settore agricolo e in quello edile, l’intero compendio aziendale della "Salemitana calcestruzzi" srl, la "Spamepharma" srl, attiva nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici, e numerosi immobili e conti correnti. Antonino Nastasi, condannato all’ergastolo nel 1996 per associazione di tipo mafioso ed omicidio, era socio di Filippo Guttadauro e Francesco Messina Denaro nella "Cooperativa agricola mediterranea" e proprietario - stando alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia - del terreno utilizzato nel 1993 per occultare l’esplosivo poi utilizzato per gli attentati mafiosi di Roma, Firenze e Milano. L’indagine patrimoniale ha consentito di accertare il trasferimento fraudolento, a favore di prestanome, di quote societarie di proprietà della moglie Antonina Italia, e le modalità attraverso cui i guadagni dell'impresa venivano incassati dalla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Secondo gli inquirenti, inoltre, i coniugi Nastasi avrebbero ottenuto indebitamente contributi dell'Ue dissimulando l’effettiva proprietà di terreni con la stipula di contratti di comodato gratuito. La discrepanza tra i redditi dichiarati e quanto accertato dagli investigatori ha consentito di procedere al sequestro di un’impresa individuale, attiva nel settore della viticoltura, di 48 terreni, tra cui vigneti, uliveti, mandorleti e agrumeti, per un’estensione complessiva di 65 ettari, di 4 fabbricati rurali e numerosi rapporti bancari.

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