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Concluso il progetto "Silver" per l'assistenza psicologica ai migranti, a Trapani il meeting finale

04 Dicembre 2018 18:08, di Ornella Fulco
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Un’attività durata due anni con otto grandi obiettivi raggiunti, primo fra tutti quello di assicurare assistenza, in Sicilia, ai migranti

Un’attività durata due anni con otto grandi obiettivi raggiunti, primo fra tutti quello di assicurare assistenza, in Sicilia, ai migranti con traumi psicologici legati alle loro esperienze di viaggio. "Silver", il progetto del Fami del Ministero dell’Interno, si avvia così alla conclusione, dopo un’azione capillare e incisiva sul territorio che ha coinvolto otto delle nove Aziende sanitarie provinciali dell’Isola coordinate dall’Asp 9 di Trapani. Undici i partner del privato sociale che hanno dato il loro supporto a favore dei destinatari di protezione internazionale e richiedenti asilo, sia adulti sia minori. Giovedì prossimo 6 dicembre alle 10,30 si aprirà a Trapani il meeting finale alla presenza di alte cariche istituzionali e del mondo del volontariato internazionale presso il Centro polifunzionale per l’integrazione dei migranti di contrada Cipponeri. Sarà un'occasione di confronto in cui si farà il punto delle diverse esperienze e dell'eredità di "Silver".
Dopo i saluti delle autorità, l’apertura dei lavori sarà affidata alla lectio magistralis di Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze psicologiche e pedagogiche dell’Università di Palermo, che  parlerà della necessità dell’“altro”, riflettendo sulla costruzione di ponti o guadi nell’attuale società dell’inclusione. La riflessione si sposterà sui flussi migratori dall’Africa e sul ruolo delle società nel processo di accoglienza con l’intervento di Tana Anglana, senior specialist di Migrazione e sviluppo. A indirizzare il dibattito sulla tutela delle persone richiedenti asilo e rifugiate portatrici di esigenze specifiche sarà Laura Cantarini, responsabile dell’area “Persone con bisogni particolari” dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), mentre Massimiliano Aragona, psichiatra dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), si focalizzerà sulle reazioni psicopatologiche nei richiedenti asilo, parlando sia delle difficoltà diagnostiche che delle modalità di intervento.
Un lavoro di squadra che ha permesso la realizzazione di “tanti progetti in un unico progetto”, spiega  Sergio Celano, coordinatore di "Silver", che aggiunge: “Abbiamo creato ambulatori per adulti e minori in tutte le Asp coinvolte con equipe multidisciplinari dedicate, inaugurato unità mobili che si sono spostate nei centri di accoglienza, attivato pacchetti di formazione destinati a tutti gli operatori per arricchire il loro bagaglio di un approccio antropologico e transculturale. Abbiamo assegnato borse lavoro per l’inserimento sociolavorativo dei migranti, messo a punto una rete strategica con altre istituzioni ed enti presenti nel territorio, finanziato due ricerche scientifiche, creato una banca dati elettronica condivisa fra le Asp e una piattaforma di chiamata del mediatore anche a distanza su base nazionale e, infine, definito delle procedure operative standard”.
A tenere le fila del progetto è stata l’Asp 9 di Trapani che è riuscita a coinvolgere, afferma il responsabile del progetto "Silver" Antonio Sparaco, “una squadra eterogenea che, pur nella sua complessità, si è rivelata efficace. L’Azienda sanitaria di Trapani ha saputo mettere in rete soggetti diversi, del pubblico e del privato, che hanno lavorato fianco a fianco per raggiungere tutti gli ambiziosi obiettivi Silver. Certo, come in ogni progetto di questo spessore, non sono mancate criticità – ammette Sparaco – ma siamo riusciti sempre ad affrontarle e, dal loro superamento, ne è emerso un network capillare di assistenza al migrante ancora più robusto”. E conclude: “Silver lascia un’eredità preziosa che continuerà a dare i suoi frutti anche negli anni a venire. Rimane un’impronta antropologica e transculturale, uno stile di lavoro di equipe e, in particolare, prassi operative sperimentali ormai consolidate che abbiamo provato a standardizzare a beneficio di tutti gli attori del settore”. 
Proprio delle procedure operative standard, le Pos, parleranno al convegno Giuseppina Cassarà e Fulvio Vassallo Paloeologo che, nel corso di questi due anni, hanno coordinato i tavoli di lavoro da cui sono emerse, a partire dall’opera sul campo e dall’esperienza degli altri interlocutori, cinque dettagliati protocolli di accoglienza, dal momento dello sbarco e identificazione fino alla presa in carico dei soggetti più vulnerabili, con l’intenzione di essere proposte ed eventualmente adottate a livello regionale e nazionale.
In particolare le Pos hanno riguardato le vittime di tortura, le vittime di tratta, le vittime di traumatizzazione vicaria, la violenza di genere e i minori stranieri non accompagnati.
All’evento saranno presenti delegati di Unhcr, Organizzazione Mondiale della Sanità, Medici senza Frontiere, Save the Children, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Terre des Hommes, Dipartimento di Giustizia minorile del Ministero e altre realtà che, a vario titolo, hanno collaborato al progetto.

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