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Trapani | Cronaca

Condannato a nove anni di reclusione don Sergio Librizzi

30 Ottobre 2015 16:49, di Ornella Fulco
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Nove anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente a tutela, curatela e amministrazione di sostegno....

Nove anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente a tutela, curatela e amministrazione di sostegno. Questa la condanna contenuta nella sentenza pronunciata, oggi pomeriggio, dal gup del Tribunale di Trapani Antonio Cavasino nel processo a carico di don Sergio Librizzi. L'ex direttore della Caritas di Trapani, arrestato il 24 giugno dello scorso anno dagli uomini della sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale, è accusato di concussione e violenza sessuale. Dovrà risarcire anche i danni alle parti civili, con somme variabili tra i 2.000 e i 30.000 euro per ciascuna (Comune di Trapani, A.S.G.I – Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione, Obiettivo Legalità, Codici Onlus-Centro per i Diritti Del Cittadino e Codici Sicilia) e pagare le spese processuali e quelle relative al proprio mantenimento in carcere durante la custodia cautelare. Come emerso dall'indagine condotta dal procuratore Marcello Viola e dai sostituti Paolo Di Sciuva, Andrea Tarondo e Sara Morri avvalendosi di intercettazioni e delle dichiarazioni delle vittime, Librizzi - abusando della sua posizione di componente della Commissione territoriale - ha chiesto e ottenuto da alcuni migranti prestazioni sessuali "utili" ad agevolare l'iter per il riconoscimento della protezione internazionale. Dopo l'arresto il sacerdote era stato considerato "incompatibile con la realtà carceraria" e trasferito ai domiciliari nell'abitazione di una zia a Campofelice di Roccella. Il procedimento giudiziario, svoltosi con il rito abbreviato che comporta, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena, si è svolto sulla base degli atti giudiziari prodotti, tra cui c'erano anche i risultati della perizia psichiatrica del dottore Gaetano Vivona, consulente nominato dalla difesa di Librizzi, che attestava una parziale incapacità di intendere e di volere del sacerdote, affetto dalla "sindrome di Don Giovanni". Il perito della difesa aveva anche evidenziato casi di violenza sessuale subiti in passato dall'imputato. La procura, con il pm Paolo Di Sciuva, aveva chiesto al gup di disporre una nuova perizia. L'esame eseguito dai dottori Domenico Micale e Maurizio Marguglio ha ribaltato la diagnosi attestando che Librizzi è pienamente capace di intendere e di volere. Tra le carte del processo la Procura aveva depositato anche i verbali di alcune testimonianze di ex seminaristi che raccontavano di avere subito violenze dal sacerdote quando era direttore del Seminario vescovile di Trapani. Le accuse a Librizzi sono ormai prescritte ma la Procura aveva scelto di depositare ugualmente i verbali per il loro "peso" specifico nel delineare la figura del prete che, da quasi vent'anni, avrebbe costretto prima giovani seminaristi e poi giovani migranti a subire le sue richieste sessuali. L'accusa aveva chiesto una condanna a dieci anni di reclusione mentre la difesa, rappresentata dall'avvocato Donatella Buscaino, aveva chiesto l'assoluzione affermando che in molti casi erano stati gli stessi migranti a offrirsi per ottenere vantaggi dalla posizione di Librizzi. L'avvocato ha già preannunciato che ricorrerà in appello contro la condanna.

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