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Confindustria contro l'accorpamento del porto

05 Maggio 2014 14:21, di Niki Mazzara
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Allarme e preoccupazione stanno suscitando le insistenti notizie in merito alla annunciata riforma del sistema portuale italiano da parte del ministro...

Allarme e preoccupazione stanno suscitando le insistenti notizie in merito alla annunciata riforma del sistema portuale italiano da parte del ministro Lupi. Sulla questione si registra anche la nota ufficiale, inviata stamane dal presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno, alle Istituzioni, alle organizzazioni sindacali e ai deputati nazionali e regionali eletti in provincia di Trapani, allo scopo di mettere in piedi un’azione sinergica di tutte le parti coinvolte a tutela dell’intero territorio trapanese che rischierebbe di subire interventi imposti dall’alto, senza poter decidere. “La riforma tesa a ridurre il numero delle attuali Autorità Portuali – scrive Bongiorno – si tradurrebbe, nei fatti, nella creazione di più grandi Autorità portuali sotto forma di Distretti logistici. In quest’ottica un primo aspetto paradossale della paventata riforma sarebbe rappresentato dal fatto che il porto di Trapani, pur essendo dal 2009 privo di una sua Autorità portuale, rientrerebbe comunque nella riorganizzazione dei porti italiani. La diretta conseguenza di questo progetto - prosegue il presidente di Confindustria Trapani - riformista sarebbe probabilmente, quella di vedere finire il porto di Trapani sotto la giurisdizione di una nuova e più estesa (per competenze territoriali) Autorità portuale del distretto logistico della Sicilia occidentale, la cui governance sarebbe verosimilmente affidata a Palermo. Da qui nascono le preoccupazioni del comparto portuale trapanese ma, più in generale dell’intero mondo imprenditoriale. La questione porto, difatti, non può e non deve essere circoscritta ai soli operatori portuali, in quanto questa riguarda l’intero territorio e la comunità tutta. Il porto di Trapani, così come l’aeroporto di Birgi, è una infrastruttura strategica, fondamentale per lo sviluppo e la crescita economica dell’intero territorio trapanese e che va ad impattare su altri settori importanti come il turismo, l’agroalimentare, il marmo. Questi ultimi, tutti settori indotti su cui gli imprenditori stanno scommettendo e investendo molto, raggiungendo tra l’altro importantissimi risultati, e ai quali il territorio guarda con grande speranza e come opportunità per uscire dalla crisi”. “Probabilmente per rilanciare la portualità italiana – conclude Bongiorno – servirebbe meno burocrazia e soprattutto maggiori interventi infrastrutturali (dragaggi, riqualificazione infrastrutturali etc). Per completezza di ragionamento, ci piace ricordare che i porti, così come gli aeroporti, sono solo il punto di arrivo o di partenza di merci e passeggeri, e che pertanto sarebbe anche necessario sviluppare in maniera organica tutto il sistema dei trasporti come strade, autostrade, interporti, reti ferroviarie. Questi temi dovrebbero essere inseriti a pieno titolo nella agenda della politica e più in generale in un strategia complessiva del sistema dei trasporti”.

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