Continua la protesta dei lavoratori di Almaviva
Fatale per il loro lavoro la chiusura di Alitalia
Sono ritornati a protestare i lavoratori di Almaviva, dopo il sit-in del 23 settembre davanti al Teatro  Politeama di Palermo, questa volta sotto la sede di Covisian a cui Ita (la nuova compagnia di bandiera nata dalle ceneri della vecchia Alitalia) ha affidato i servizi di assistenza ai clienti.
“ Da quindici anni lavoro in Almaviva con impegno, professionalità dedizione e pazienza, il nostro non è un semplice lavoro di call center noi abbiamo accompagnato per anni moltissime persone, nei loro viaggi staccando loro i biglietti, li abbiamo assistiti quando i loro voli venivano cancellati, li abbiamo assistiti anche durante la pandemia, noi eravamo sempre li a rispondere con il sorriso non guardando mai l’orario. Non sappiamo minimamente cosa ne sarà di noi, nessuno parla e nonostante tutto noi continuiamo a rispondere al telefono. Mi sento arrabbiata, disillusa e tradita” ci dice Gaia Infantino anche lei venuta a protestare insieme ai suoi colleghi e colleghe che rischiano di perdere il posto di lavoro.
“ Oggi siamo qua a protestare perché la vertenza dei colleghi di Almaviva che da vent’anni gestiscono il servizio Alitalia non si sblocca, tra l’altro oggi il nuovo fornitore sta avviando una formazione per circa sessanta persone e quindi siamo preoccupati che non si riesca a trovare una soluzione per quei colleghi che da vent’anni gestiscono questa commessa e noi chiediamo a gran voce l’applicazione della clausola sociale che serve a dare continuità lavorativa ai colleghi e proprio per questo è necessario che il governo si attivi e riesca a trovare una soluzione per tutti i colleghi, nessuno escluso “ afferma Giovanni Gorgone di Rsu Fistel Cisl Sicilia.
 Claudio Marchesini  segretario regionale Ugl telecomunicazioni Sicilia ha detto “ fino ad ora non eravamo mai venuti a protestare sotto Covisian perché la vertenza ministeriale ci dava una speranza, ma visto l’arroganza del committente che sta cominciando la formazione rispetto ad una vertenza aperta con un tavolo ministeriale non potevamo esimerci dal non venire a protestare direttamente sotto la sede di Covisian. La risposta deve venire dalla politica che se non fa rispettare le norme come la clausola sociale (  che è una legge del 2016) provocherà un effetto domino in tutta Italia che coinvolgerà tutti i Call center provocando quindi una macelleria sociale”
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