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Crisi libica: Tranchida ritornare alla diplomazia

22 Marzo 2011 20:28, di Niki Mazzara
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Erice, 22 marzo 2011- In una nota stampa anche il sindaco di Erice Giacomo Tranchida interviene sulla circi libica. "In pochi giorni nelle nostre stra...

Erice, 22 marzo 2011- In una nota stampa anche il sindaco di Erice Giacomo Tranchida interviene sulla circi libica. "In pochi giorni nelle nostre strade e nelle nostre scuole, gli echi dell’inno nazionale in festoso omaggio al 150° dell’Unità d’Italia, sono stati sostituiti dai preoccupanti echi dei motori aerei che - allo stato - per incomprensibile scelta del Governo nazionale che individua in capo alla città di Trapani il cuore militare delle operazioni dell’aviazione italiana, si dirigono all’aeroporto di Birgi determinando la chiusura dello scalo civile-turistico che grandi speranze ha portato per il rilancio socio-economico nell’economia provinciale e per la nostra città. Al pari però, premettendo anche a nome di quanti non sono addetti alle tecniche/dinamiche militari come il sottoscritto, scrive Tranchida, peraltro in “coerenza” con la tardiva ma più razionale odierna proposta del Governo, sostenuta dal Presidente della Repubblica, nell’affidare alla NATO il comando-coordinamento delle operazioni che dovrebbero tutelare la popolazione libica dagli attacchi del regime, attraverso una breve ricerca su internet – wikipedia, è facile “scoprire” che presso la Base Area di Sigonella, logisticamente nel centro del Mediterraneo, stazionano mezzi e strumenti militari interforze, per l’appunto riconducibili alla stessa Nato, appunto per le operazioni nel Mediterraneo. Non si tratta di spostare altrove il “problema”, continua il primo cittadino di Erice, ma certamente appare giustificabile una diversa logistica militare e comunque e/o diversamente, una spiegazione dovrebbe il Governo darla, e ci auguriamo tempestivamente porvi anche rimedio!!! Da cittadini e non sudditi: LO PRETENDIAMO!!! …. a maggior ragione nei confronti di chi la sera prima fa il bunga bunga e il baciamano al dittatore libico e il giorno dopo pensa di “giocare” alla guerra con faciloneria politica. Così come è auspicabile che tutte le forze politiche unitariamente intervengano per fare pressioni sulla comunità europea che non può pretendere, in quanto dovuta, la disponibilità delle basi militari siciliane – … e con il rischio della corsa, secondo alcuni, a chi fa il primo della classe “accecato” dal miraggio dell’oro nero all’orizzonte libico, ma dimentico delle atrocità che in altri Paesi africani e non solo ogni giorno si consumano da dittatori di ogni sorta - facendo poi spallucce sul grande esodo di emigranti disperati, in parte rifugiati politici, costretti a rischiar la vita prima in mare, inseguendo libertà e speranze di futuro, per poi essere rinchiusi in strutture che diventano autentici lager per sovraffollamento, mettendo finanche a rischio i delicati equilibri di accoglienza-ospitalità culturale e umanitaria delle nostre comunità.La Città di Erice, conclude il sindaco Giacomo Tranchida, figlia millenaria di una cultura di tolleranza e dialogo interculturale, con forza ripropone il primato della diplomazia politica quale “arma” per far vincere la PACE nell’auspicato riequilibrio dei conflitti e in tale direzione esprime voti nell’imminenza delle decisioni del Parlamento".

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