Danni alle condutture, il Comune avvia azione legale contro la Regione
Avviata, dall'amministrazione comunale, un'ulteriore azione di risarcimento contro la Regione per i danni causati dall'acqua dissalata. E' stato notif...
Avviata, dall'amministrazione comunale, un'ulteriore azione di risarcimento contro la Regione per i danni causati dall'acqua dissalata. E' stato notificato infatti l'altro ieri, alla Regione Sicilia e ad EAS, il ricorso predisposto dall'avvocato di fiducia del Comune, l'avvocato Vincenzo Maltese, per difendere le ragioni del Comune e chiedere il risarcimento dei danni nelle competenti sedi giudiziarie. "Iniziativa inevitabile - commenta il sindaco Tranchida - l'ennesima melina durata oltre 9 mesi, trascorsi tra incontri con i dirigenti del Dipartimento Acque e Rifiuti e della Protezione Civile, financo in sede politica con tutti i Comuni (dis)serviti dall'EAS e l'assessore regionale Vania Contraffatto, per iniziativa dell'allora capogruppo del PD all'ARS Baldo Gucciardi". "Abbandonata la strada del confronto tecnico e politico - prosegue il sindaco - pur detenendo ed esibendo ai tavoli tecnici la precostituita prova, conseguita presso il Tribunale di Trapani, nell'ambito di un accertamento giudiziario preliminare sullo stato delle condutture del territorio di Erice abbiamo dato incarico Maltese di dare avvio alla conseguente fase di merito dinanzi al competente Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche per chiedere la condanna al rimborso di una spesa sostenuta dal Comune di Erice, per gli anni che vanno dal febbraio 2011 al gennaio 2013,pari a circa 300.000 euro come già accertato ed immediatamente quantificato dal consulente tecnico nominato dal Tribunale di Trapani". Il danno deriva dagli interventi di manutenzione continua sostenuti, in via sostitutiva rispetto all'Eas, dal Comune di Erice per i cedimenti di diverse parti della condotta. L'avvocato Maltese ha chiesto anche la condanna della Regione alla sostituzione della rete idrica quale forma risarcitoria, come peraltro osservato dal consulente d'ufficio, per circa 32 milioni di euro. "Siamo partiti da un accertamento tecnico preventivo sullo stato dei luoghi rispetto allo stato in cui versa tutto l'impianto di distribuzione idro-potabile oggi. Un procedimento speciale previsto dal Codice di procedura civile, volto a precostituire una prova prima di affrontare nel merito un contenzioso - precisa l'à vvocato Vincenzo Maltese - La relazione tecnica così predisposta dal consulente nominato dal Tribunale, il professore Bonvissuto, ha acclarato che la causa primaria dell'erosione grave alla conduttura idrica comunale, sia da imputarsi alla cattiva qualità dell'acqua proveniente dal dissalatore - gestito dalla Regione - è stata immessa in rete nel corso degli anni. Anche le svariate interruzioni dell'impianto hanno causato una sorta di bio-corrosione che ha contribuito all'ammaloramento della stessa. Una volta acquisita la relazione, conclude il legale, di concerto con l'amministrazione comunale oggi si è deciso di avviare la successiva fase di merito che è stata incoata al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche per il risarcimento dei danni e il rifacimento della rete" . "Credo andremo oltre - anticipa il sindaco Tranchida - richiamando anche l'attenzione della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica, sia in relazione ai maggiori costi per la manutenzione della rete idrica, ormai ridotta a colabrodo, per causa dell'inerzia irresponsabile e dolosa, a diversi livelli, della Regione, nonché per i danni e pericoli alla salute pubblica conseguenti da infiltrazioni inquinanti in seno alla stessa rete, in diverse zone della città verificatesi e di già accertate anche di recente".
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