Deposito nazionale rifiuti radioattivi. Sei mesi di tempo per le manifestazioni di interesse
Poi il seminario nazionale in cui si dovrebbe definire dove realizzare il deposito e l’annesso Parco tecnologico
Ora ci sono 6 mesi per discuterne. Il governo e Sogin si confronteranno con gli enti locali, le associazioni imprenditoriali, i sindacati, le università e gli enti di ricerca per poi arrivare, nei quattro mesi successivi, al seminario nazionale in cui si dovrebbe definire dove realizzare il deposito e l’annesso Parco tecnologico. Diventa così fondamentale prima di arrivare al seminario nazionale che tutti insieme si riesca a far le dovute osservazioni per far si che questo deposito non venga realizzato nel trapanese.
Cosa accade. I territori considerati idonei possono farsi avanti con manifestazioni di interesse per ospitare il Deposito che ha annesso un Parco Tecnologico e quindi porta con sé posti di lavoro e attività di ricerca. In assenza di manifestazioni di intreresse, Sogin avvierà trattative con le singole Regioni. Se non dovessero bastare, sarà avviato un "tavolo interistituzionale" per arrivare a una scelta.Sarà il ministero dello Sviluppo economico, come previsto dal decreto legislativo 31/2010, che dovrà decidere dove costruire il Deposito, anche in assenza di un'intesa con gli enti locali.
Ecco come sarà il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi
Deposito e parco tecnologico saranno costruiti su un’area di 150 ettari (110 dedicati al deposito e 40 al Parco). Serviranno 4 anni per costruire il Deposito. Sogin spiega che il deposito avrà una struttura a matrioska: all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato (le celle), saranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale (i moduli), che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati.
Bisogna trovare posto a circa 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi: 78mila metri cubi di rifiuti a intensità bassa o molto bassa (cessano di essere radioattivi dopo tre secoli) prodotti dall'esercizio e lo smantellamento delle centrali nucleari italiane (circa il 60% dei rifiuti) e per l'altro 40% dagli impianti nucleari attivi per la ricerca, dall'attività medica e industriale. I 17mila metri cubi di rifiuti a media ed alta radioattività saranno stoccati nel Complesso Stoccaggio Alta attività (CSA) del Deposito.
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