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Calatafimi | Cronaca

Deposito nucleare. A Calatafimi la zona individuata in contrada Fegotto

05 Gennaio 2021 15:11, di Redazione
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E' partita la raccolta firme per dire no ai depositi in tutta la Sicilia

E' partita la raccolta firme per opporsi al possibile deposito dei rifiuti radioattivi nel territorio di Calatafimi Segesta; Trapani; Castellana, Petralia, Butera e all'interno della Sicilia
tutta. La petizione, lanciata qualche ora fa dall’Associazione Amunì Calatafimi per opporsi
a questa follia, ha già raccolto al momento più di 600 firmatari. “Con questa petizione – scrive l’Associazione – miriamo, sin da subito, a bloccare questa possibile follia. Chiediamo a tutte le realtà territoriali (politici, associazioni, comitati, singoli cittadini) di
unirsi a noi in questa raccolta firme per presentare, prima della scadenza della consultazione
pubblica, una raccolta firme importante che possa gridare ad alta voce il NO DI TUTTI I TERRITORI
INDIVIDUATI
al deposito di rifiuti radioattivi all’interno della nostra amata Sicilia.
Anche solo l'aver inserito queste zone nella lista dei siti idonei ad ospitare un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, è pura follia. Territori ad alto rischio sismico. Territori che si caratterizzano per le proprie risorse agricole, paesaggistiche, turistiche ed archeologiche. Territori logisticamente remoti, come possono essere valutati idonei a tal fine? Viene automatico chiedersi che razza di criteri siano stati adottati per arrivare a tale valutazione. Invitiamo a firmare e condividere il più possibile la petizione con i seguenti
hashtag: #nonellamiaisola #noscoriecalatafimisegesta #noscorieinsicilia"
Di seguito il link alla raccolta firme: https://www.change.org/p/regione-sicilia-no-al-deposito-di-
rifiuti-radioattivi-a-calatafimi-segesta-ed-in-sicilia-tutta-446132dd-23de-4500-824a-32597371cecc

Nucleare. Corrao: NO a depositi in Sicilia e Sardegna

“Prima di parlare di depositi di scorie nucleari al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent'anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l’ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l'individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi?  La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paeseâ€. A dichiararlo è l'eurodeputato Ignazio Corrao in riferimento alla pubblicazione della Carta nazionale delle 67 aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari tra le quali figurano 4 aree siciliane.  "Condivido la proposta di Greenpeace secondo la quale sarebbe stato più ragionevole verificare più scenari, utilizzando i siti esistenti e applicando a ciascuno una procedura di Valutazione Ambientale Strategica".

Centopassi: ipotesi stoccaggio rifiuti radioattivi è irricevibile.

“Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti, non dei rifiuti radioattivi. L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Parliamo di territori, come nel caso delle Madonie impegnate in una battaglia per l’istituzione delle zone franche montane, che da tempo chiedono altro tipo di attenzione.
Parliamo di aree, come nel caso di quelle del trapanese, votate al turismo e di straordinario pregio paesaggistico ed archeologico, che sarebbero umiliate da una scelta simile.
Parliamo del territorio del nisseno devastato dagli scempi ambientali. Rispondere con la trasformazione in discariche radioattive di queste aree è offensivo e mortificante per queste comunità†Così gli amministratori e i militanti della rete dei cento passi della provincia di Trapani, dell’area delle Madonie e del comprensorio di Caltanissetta.

DEPOSITO NUCLEARE SULLE MADONIE, IL COMITATO ZFM "NO AD ULTERIORI SACRIFICI A CHI VIVE NELLE TERRE ALTE DI SICILIA"   

“Le comunità montane della Sicilia, private nel corso dei decenni dei servizi essenziali ed escluse da ogni incentivo, hanno già pagato un prezzo altissimo, assistendo inesorabilmente al loro spopolamento. Nè lo Stato nè la Regione possono chiedere altri sacrifici ai resilienti. L'ambiente naturale è la principale ricchezza delle terre alte della Sicilia; chiediamo di preservarlo dall'inquinamento e di tutelare la salute e lo sviluppo economico della gente che ha scelto di viverci. Vogliamo massima trasparenza ed informazione sulla scelta dei siti da destinare a discarica, sugli eventuali rischi alla salute pubblica"

È quanto dichiarato da Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato regionale per l'Istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia, a seguito del via libera da parte dei ministeri dello Sviluppo e dell'Ambiente, all'individuazione delle aree potenzialmente idonee per la costruzione dei depositi nazionali dei rifiuti radioattivi.

Nella mappa dei 67 siti distribuiti in sette regioni italiane, stilata dalla ditta Sogin (https://www.depositonazionale.it/consultazione-pubblica/proposta-di-cnapi/pagine/default.aspx), figurano anche quattro aree individuate in Sicilia; due sulle Madonie (Castellana Sicula e Petralia Sottana) e due nel trapanese (Calatafimi Segesta e Trapani).

Con il via libera alla Carta, parte la fase di consultazione dei documenti che durerà due mesi; a seguire si terrà, nell'arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale.

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