Dipendente del gruppo 6Gdo tenta di darsi fuoco
Momenti di tensione, ieri, a Castelvetrano tra i dipendenti del Gruppo 6Gdo-Despar riuniti nella sede della società in attesa della visita della parla...
Momenti di tensione, ieri, a Castelvetrano tra i dipendenti del Gruppo 6Gdo-Despar riuniti nella sede della società in attesa della visita della parlamentare europea Sonia Alfano. Uno dei lavoratori, Francesco Santoro, 44, sposato e padre di due figli, si è incatenato e si cosparso di benzina e ha tentato di darsi fuoco. Per fortuna i colleghi sono riusciti a  bloccarlo. Insieme a loro il vice sindaco di Castelvetrano, Marco Campagna, che si trovava nella stanza. Campagna aveva l’accendino di Santoro ancora tra le mani quando Polizia e Carabinieri sono arrivati sul posto. Santoro lavora come autista per il Gruppo 6Gdo-Despar dal 2002. L'uomo, dopo essere stato bloccato nel tentativo di darsi fuoco non voleva saperne di togliersi le catene. E' stata poi l'onorevole Alfano, nel corso di un colloquio con lui, a convincerlo a desistere dalla sua disperata protesta. A conclusione della sua visita la parlamentare, presidente della Commissione antimafia europea, ha assicurato il suo impegno presso le istituzioni per arrivare in tempi brevi ad una soluzione positiva. Il futuro dei lavoratori è ancora tutto da scrivere così come quello della società . A Roma le trattative condotte dall'Agenzia dei beni confiscati alla mafia per concedere l'affitto del gruppo, sottratto a Giuseppe Grigoli, ad aziende interessate a rilevarlo sono in una fase di stallo. Si profila il rischio della messa in liquidazione. E i dipendenti non ce la fanno più. Sulla vicenda del gruppo 6Gdo ha presentato un'interrogazione, rivolta ai ministri dell'Interno e della Giustizia, il senatore Lumia. Nella nota si chiede di "avviare un’ispezione per verificare le difficoltà di gestione dell’amministrazione giudiziaria e stabilire le cause che stanno portando al fallimento del Gruppo 6 Gdo". Lumia chiede anche ai ministri "se ritengano necessario intervenire attingendo risorse dal Fondo giustizia per sostenere il risanamento dell’azienda al fine di garantire la continuità aziendale e di conseguenza salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti e se intendano istituire un tavolo presso il ministero dello sviluppo economico per facilitare l’affitto o la vendita del Gruppo 6 Gdo a soggetti di chiara garanzia finanziaria ed esperienza imprenditoriale nello stesso settore dell’azienda confiscata".
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