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Cronaca

E' libero Giovanni Brusca, oggi ha lasciato il carcere di Rebibbia

31 Maggio 2021 23:13, di Redazione
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Ha scontato la pena che gli era stata inflitta

Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

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E’ libero Giovanni Brusca. Oggi è stato l’ultimo giorno di carcere per Brusca. Le porte di Rebibbia si sono spalancate nel pomeriggio per richiudersi alle sue spalle.

Ha scontato la pena che gli era stata inflitta, e a differenza di altri collaboratori di giustizia lui la condanna l’ha espiata in cella.

Adesso è un uomo libero, sottoposto a controlli e protezione, ma libero, resta però sottoposto a quattro anni di libertà vigilata. Lo ha deciso la corte d'appello di Milano l’ultima a pronunziarsi sul conto del condannato in relazione al processo più recente.

Non c’è mai stata una collaborazione con la giustizia più discussa di quella di Giovanni Brusca. Arrestato da agenti della polizia di Stato il 20 maggio 1996 in una villetta vicino ad Agrigento, dove il boss era con il fratello Enzo e le rispettive mogli e figli.

Interrogato dai magistrati di Palermo, Caltanissetta e Firenze, che si occupavano anche delle stragi del 1992 e del 1993, il boss ha ammesso la sua partecipazione all’attentato a Giovanni Falcone, a numerosi delitti eccellenti e all’uccisione di Giuseppe Di Matteo, il figlio undicenne del pentito Mario Santo Di Matteo strangolato e sciolto nell’acido per vendetta nei confronti del padre che aveva parlato con i magistrati.

Ha rievocato le riunioni in cui fu decisa la strategia criminale di Cosa nostra, ha accusato altri boss, ha parlato degli “aggiustamenti” dei processi. Oltre a ricostruire una lunga catena di sangue, Brusca ha parlato anche dei rapporti tra Cosa nostra, la politica e la vasta area grigia dei fiancheggiatori. Nel 2002, dopo lunghe e burocratiche autorizzazioni, il mafioso si è sposato in carcere con la sua compagna, dalla quale aveva avuto un figlio.

Negli anni passati aveva ottenuto l’autorizzazione dei giudici del tribunale di sorveglianza di Roma, grazie alla “buona condotta”, di godere permessi premio di qualche giorno. Adesso per lui è arrivato il fine pena grazie ad un ultimo abbuono di 45 giorni di liberazione anticipata, deciso dal tribunale di sorveglianza di Roma e recepito dai giudici di Milano.

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