"A Calatafimi la solidarietà non fa quarantena". E' l'iniziativa benefica di Francesco Coraci per le famiglie in difficoltà
"Se la solidarietà avesse il contagio del coronavirus il mondo sarebbe un Paradiso".
Spesso si sente dire che per ricevere abbondanza, anche economica, bisogna dare agli altri, bisogna condividere. Ne è sicuro Francesco Coraci, macellaio di Calatafimi, che ha deciso di aiutare chi in questo momento di crisi economica, complice anche la particolare e delicata parentesi di emergenza che si sta vivendo a causa del coronavirus, non ha neppure la possibilità di assicurare un pasto sicuro alla famiglia.
"Se la solidarietĂ avesse il contagio del coronavirus il mondo sarebbe un Paradiso".
Francesco Coraci nella sua macelleria stando a contatto con la gente ha capito che in Paese c'è in atto una situazione economica molto grave e che diverse famiglie vivono un disagio estremo, ed allora ha deciso di agire. “Considerato che l'emergenza coronavirus al momento pare non finire e valutato il danno economico che questo sta causando ad alcune famiglie del nostro Paese – scrive Francesco – ho pensato che bisogna darsi una mano”.
Francesco si affida ad una frase di San Gregorio Magno per condividere con tutti la sua iniziativa - “Dare ai bisognosi ciò che è loro necessario è restituire il dovuto, non dare del nostro. Si tratta di un debito di giustizia, non di un'opera di misericordia”.
In buona sostanza l'Azienda agricola “La Buona Carne” di Francesco Coraci, dalla prossima settimana mette a disposizione 10 spese gratuite per chi ha bisogno.
“Confido – ribadisce Francesco – nel buon senso, ovvero che il bisogno sia reale ed emergenziale. Naturalmente tutto nella più assoluta privacy. Insieme ce la faremo”. Francesco ha inserito il suo cellulare 333.8615159.
Il passo successivo potrebbe essere che anche altre aziende di Calatafimi si unissero all'appello di Francesco Coraci per un momento di grande solidarietĂ .
Sembra assurdo ma l’“isolamento” obbligatorio dovuto ai divieti imposti dal governo per evitare il degenerare del coronavirus è diventato occasione per una riscoperta del “prossimo” di chi ti sta “accanto”. Oggi in questa condizone di “sospensione” è diventato uno dei termini chiave di queste giornate surreali nelle quali buona parte delle nostre normali, frenetiche attività è interrotta, annullata o rinviata, stiamo tutti riscoprendo l'uomo della porta accanto, i suoi bisogni, le sue necessità , i suoi dolori, le sue sofferenze. E in qualche modo allora cerchiamo di farcene carico, di alleviarli, di essere meno indifferenti, meno egoisti. L'isolamento e questa sospensione ci sta facendo diventare più umani.
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