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Fazio: "Non sono incompatibile, si vuole ostacolare mia ricandidatura"

04 Luglio 2016 17:32, di Ornella Fulco
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"Non si tratta di un'ipotesifantasiosa ma esiste una serie di elementi convergenti che mi fanno pensare ad una strategia specifica per ostacolare la m...

"Non si tratta di un'ipotesifantasiosa ma esiste una serie di elementi convergenti che mi fanno pensare ad una strategia specifica per ostacolare la mia ricandidatura a sindaco di Trapani".  Non usa mezzi termini il deputato regionale e consigliere comunale trapanese Girolamo Fazio a proposito dell'avvio, da parte dell'amministrazione comunale, del procedimento per la verifica della sua eventuale incompatibilità con la carica di consigliere comunale a causa della lite pendente davanti al Tribunale civile di Trapani che lo vede parte contrapposta al Comune, chiamato a garanzia per responsabilità oggettiva e in solido con lui per il risarcimento dei danni chiesti da Vito Dolce. L'ex presidente della SAU, oggi ATM, agisce in base alla sentenza penale definitiva che ha condannato Fazio per tentata violenza privata nei suoi confronti. Fazio, stamane, ha convocato la stampa per ufficializzare il contenuto della memoria che ha inviato alla Presidenza e al Consiglio comunale di Trapani sottolineando come, dalla stessa sentenza del giudice penale che lo ha condannato a 4 mesi di reclusione sostituiti da una multa di 1.500 euro, si evinca una attenta ricostruzione dell'ambito in cui l'allora primo cittadino commise la violazione punita, cioè la ragionevole e concreta preoccupazione per le sorti della città. Il sindaco, si legge sempre nella sentenza, nutriva "una profonda sfiducia nell'operato della 'Terra dei Fenici' spa", era convinto che l'allora amministratore delegato, Enzo Scontrino, non svolgesse il suo ruolo nell'interesse del Comune di Trapani e della cittadinanza" e che egli agì, scontrandosi anche con Vito Dolce, spinto esclusivamente dalla preoccupazione di tutelare la città che a quel tempo amministrava e non per interessi personali e privati. In ragione di ciò il Tribunale concesse a Fazio le attenuanti generiche valutate equivalenti alle aggravanti contestate. C'è da considerare, in aggiunta, che i provvedimenti con cui Dolce venne rimosso dal presidente della SAU vennero dichiarati legittimi sia dalla sentenza emessa nel 2005 dal TAR di Palermo sia da quella del Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana nel 2009. Dopo la sentenza penale, però, Dolce ha avviato la richiesta di risarcimento danni in sede civile contro Fazio e il Comune ed è questa vertenza che ha aperto la questione della incompatibilità di Fazio a ricoprire la carica di consigliere comunale. L'attuale sindaco, Vito Damiano, ha comunicato con una nota al Consiglio il problema e il presidente Giuseppe Bianco ha invitato la dirigente comunale del settore, Caterina Santoro, ad avviare la procedura. Lo stesso Girolamo Fazio ha fatto ricorso al giudice civile per fare chiarezza ma questo ha ritenuto di non doversi esprimere perché mancano ragioni di urgenza, come nel caso di elezioni imminenti. Sul punto Fazio ha anticipato - durante la conferenza stampa - che riproporrà la richiesta in sede civile dopo l’avvio del procedimento. Nella memoria si sottolinea, inoltre, una costante giurisprudenza secondo cui la norma che stabilisce che chi ha una lite pendente con il Comune non può ricoprire la carica di consigliere comunale, non può essere applicata agli amministratori pubblici per fatti connessi con l'esercizio del loro mandato. Come sancito dalla Corte di Cassazione, questa deroga al principio generale è "diretta ad escludere fra le cause di incompatibilità le controversie insorte per il perseguimento degli interessi generali e non già per fini personali dell'eletto, per cui sussiste tutte le volte che l'amministratore abbia agito nell'interesse pubblico" e mira a "salvaguardare il libero esercizio delle funzioni dal timore di incorrere in situazioni di incompatibilità magari artatamente predisposte nell'ambito della lotta politica". Fazio ha anche ribaltato la questione dell’incompatibilità: “E’ Dolce - ha dichiarato - ad essere incompatibile. Ha, infatti, presentato la domanda per partecipare alla manifestazione d’interesse per amministratore unico dell’ATM mentre ha una lite pendente con il Comune” e ha ricordato "quando tentarono di farmi fuori con l’escamotage di dichiarare il default del Comune ma dovettero fermarsi perché, avendo io nominato Vito Damiano assessore alla fine del mio secondo mandato, avrebbero coinvolto anche lui". "Questa città - ha proseguito - ha bisogno di tornare a camminare. Non solo non intendo desistere ma intendo perseguire questo obiettivo, se i cittadini trapanesi me ne daranno l'opportunità. Se mi si deve abbattere che lo si faccia con mezzi leciti". E sul piano strettamente politico Fazio ha ribadito che "il confronto è già aperto con tutti quelli che pensano al bene della città e che vogliono risollevarla dall’attuale condizione. Non sarà facile ed io conosco bene quali e quante saranno le responsabilità. Se, invece, si viene a cercare il confronto sulle poltrone e altre cose del genere io non sono disponibile. Non sono un soggetto che gestisce un movimento o un partito, anzi sono proprio lontano anni luce da tutto questo". Adesso resta da attendere i prossimi passaggi della vicenda. La memoria presentata da Fazio sarà esaminata dalla dirigente comunale che potrebbe decidere di archiviare il procedimento sull'incompatibilità ma da più parti si ipotizza che, più facilmente, sarà il Consiglio comunale ad essere chiamato a pronunciarsi. “Il voto – ha chiarito il consigliere Fazio – sarà palese ed ognuno potrà così fare le proprie considerazioni”. Il giudizio civile, intanto, seguirà il suo iter: la prossima udienza è prevista per il 12 luglio.

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