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Fazio vs D'Alì, due note dell'ex primo cittadino

04 Marzo 2014 14:04, di Niki Mazzara
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L'onorevole Girolamo Fazio affida a due note diffuse alla stampa le sue esternazioni per "fare chiarezza" in merito ai rilievi mossigli dal senatore A...

L'onorevole Girolamo Fazio affida a due note diffuse alla stampa le sue esternazioni per "fare chiarezza" in merito ai rilievi mossigli dal senatore Antonio D'Alì a proposito del sostegno dato e poi ritirato all'attuale sindaco di Trapani, Vito Damiano. "Giusto per fare ancora una volta chiarezza - scrive Fazio - alla scadenza del mio mandato ho accolto l'invito di tante persone a valutare un possibile candidato a sindaco. Il mio unico interesse era quello di garantire la continuità con l'impostazione ed i progetti portati avanti in dieci anni dalla mia amministrazione, in un momento che ritenevo fosse delicatissimo per lo sviluppo della città. Sono state valutate diverse ipotesi, come si ricorderà; sono stati contattati anche alcune persone, che si riteneva potessero garantire quella continuità amministrativa fortemente auspicata, che però, per motivi assolutamente personali hanno deciso di non assumere un impegno sicuramente gravoso". "Il generale Damiano - prosegue il parlamentare trapanese - diede la propria disponibilità, assicurando, come scrisse nel suo programma, il suo impegno per garantire la continuità del nostro progetto di sviluppo del territorio. Gli diedi fiducia, perché il fatto che avesse servito lo Stato per 40 anni mi dava sufficienti garanzie sulla sua onestà, e perché ribadì e mise per iscritto il suo impegno a proseguire il percorso avviato dalla mia amministrazione. All'indomani dell'elezione però il generale decise di tradire coloro che lo avevano votato, perché interessati non a lui ma alla continuità con la precedente amministrazione, me compreso, ed ha stretto una solida alleanza con il sen. D'Ali, che già in campagna elettorale aveva lavorato in questo senso". "Avrei dovuto percepire già allora alcuni segnali - commenta Fazio - ma, fino all'ultimo giorno del mio mandato, ho fatto il sindaco e probabilmente mi sono sfuggiti alcuni "giochi" politici che il senatore d'Alì e il generale Damiano hanno messo in atto a mia insaputa, visto che raramente partecipavo a riunioni "politiche". Dopo le elezioni, dinanzi al comportamento del generale, che aveva deciso di distruggere quanto fatto dalla mia amministrazione, temendo, come lui stesso disse, di essere offuscato dalla mia presenza, ho preso le distanze, perché un tradimento del genere, non nei miei confronti ma nei confronti di quanti avevano votato non lui ma la continuità, era inaccettabile". "Mi fa semplicemente sorridere, se non fosse che è la città a pagarne ancora una volta le conseguenze - conclude l'ex primo cittadino - la presa di posizione odierna del Sen. d'Alì che prende le distanze dal Generale, dopo che, per mero calcolo, lo ha sostenuto. Gli chiederei: come mai questa folgorazione sulla via di Damasco? Èforse vittima di un ricatto politico di quelli che finora sono stati suoi alleati ed ora minacciano la mozione di sfiducia che travolgerebbe anche lui? O è solo una presa di posizione di facciata, per tranquillizzare quegli stessi soggetti? Dubbio legittimo questo, visto che ad oggi assessore e "sottogoverni" di riferimento del senatore sono ancora al loro posto. Da parte mia, starò a vedere, con sofferenza per le conseguenze che subisce la città, l'esito di questo indecoroso spettacolo e ribadisco la presentazione della mozione di sfiducia al sindaco, auspicando che si ponga fine ad una amministrazione che in meno di due anni è riuscita con la sua inettitudine e arroganza a distruggere un lavoro di dieci anni". Nel secondo documento fatto giungere alla stampa, Fazio si dice dispiaciuto di "tediare le giornate delle redazioni con questa querelle infinita" con il senatore D'Alì e il sindaco Damiano ma sente l'esigenza di ulteriori precisazioni. La pubblichiamo integralmente: "Vero è che fui io ad indicare il generale Damiano, che non conoscevo, mentre mi risulta il contrario da parte del senatore, di fronte alla situazione di stallo alla vigilia delle scorse amministrative ed alle difficoltà di individuare un candidato comune, all'interno del PdL o di area, non ho mai avuto difficoltà ad ammetterlo. Lo feci anche in funzione dei suoi oltre 40 anni al servizio a favore dello Stato. Altrettanto vero è che chiesi al senatore d'Alì di procedere con le opportune verifiche, anche in sede nazionale, e che fu proprio d'Alì, dopo gli opportuni approfondimenti, a comunicarmi che non vi era alcun motivo ostativo e che anzi era un ottimo candidato ed a dare il via libera all'operazione, oggi rivelatasi disastrosa, con l'obiettivo di scaricare qualsiasi sua responsabilità. Che tale avallo ebbe anche una piena assunzione di responsabilità politica è dimostrato dalla campagna elettorale che fu sostenuta quasi interamente da d'Alì, come dimostrano i suoi comunicati dell'epoca, mentre la lista Fazio fu quasi completamente oscurata. In quei giorni continuai a fare il sindaco e poco mi occupai delle riunioni politiche. E forse feci un errore. L'aver preso le distanze fin da subito da Damiano, cosa che mi viene rimproverata dal senatore Antonio d'Alì, e che forse mi venne rimproverata da alcuni, la considero invece una decisione saggia e giusta dopo aver preso atto del trasformismo in combutta con il senatore operato dal Damiano. Il tempo mi ha dato ragione, e tanti comprendono oggi quella scelta. Damiano, unitamente a coloro che lo hanno sostenuto e tra questi non può non essere annoverato in primis il senatore D'Ali che ha partecipato attivamente alla gestione amministrativa con incontri e riunioni settimanali designando assessori e cariche di sottogoverni, hanno vanificato in poco tempo il lavoro amministrativo di anni; hanno tradito il patto elettorale con i trapanesi di dare continuità alla precedente esperienza amministrativa determinando un arretramento della città che è sotto gli occhi di tutti. Io sono certamente motivatamente all'opposizione. Non mi pare che nei fatti concreti il senatore D'Alì abbia preso le distanze da Damiano. I suoi assessori sono in giunta, come sono nei nodi nevralgici i suoi consulenti o le persone da lui indicate nei sottogoverni. Mi si accusa ai aver messo in cattiva luce Damiano. Mi si dica come? Io ho solo fatto opposizione, dura se si vuole, ma legittima opposizione. Mi si indichi un atto concreto che ho compiuto contro il sindaco, che sia andato oltre la critica, e che si sia tradotto in un danno per la nostra città. Cosa ben diversa può essere sostenuta nei confronti del senatore D'Ali che ha avallato e sostenuto ogni atto dell'amministrazione, ivi compreso l'aumento sconsiderato di imposte e tasse. Il senatore d'Alì replica di essere stato impegnato in Parlamento per presentare emendamenti per salvare la città dalle presunte diseconomie denunciate da Damiano come facile alibi per la sua incapacità amministrativa. Mi permetto di ricordare che le sanzioni (che ammontavano a 2milioni e 400mila euro e non a più di 3 milioni) sono state cassate dalla Corte Costituzionale a seguito di un ricorso da me indirettamente seguito e non di un provvedimento legislativo. Ricordo, anzi, l'improvvida iniziativa proveniente dal suo entourage di dichiarare lo stato di dissesto del Comune: per salvare il sindaco Damiano o, piuttosto, per tentare di ribaltare su di me responsabilità che non avevo? Incurante, lui sì, delle conseguenze per i cittadini trapanesi. Infine, al di là di ogni querelle, è nei fatti concreti che si misura la politica. Vedremo al momento della presentazione della mozione di sfiducia se il senatore D'Alì ed i suoi lacchè prenderanno posizione coerente alle parole ed alle critiche di questi giorni"

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