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Fermati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina due migranti sbarcati dalla "Diciotti" [VIDEO] - Trapani Oggi

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Fermati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina due migranti sbarcati dalla "Diciotti" [VIDEO]

14 Luglio 2018 21:04, di Ornella Fulco
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Fermati per favoreggiamento della immigrazione clandestina, dalla Polizia, su ordine della Procura della Repubblica di Trapani, due dei 67 migranti sb...

Fermati per favoreggiamento della immigrazione clandestina, dalla Polizia, su ordine della Procura della Repubblica di Trapani, due dei 67 migranti sbarcati dalla "Diciotti" giovedì scorso e già accusati di violenza privata in concorso contro il comandante e alcuni componenti dell'equipaggio della "Vos Thalassa" e di impossessamento di nave. Si tratta del sudanese Tijani Ibrahim Mirghani Bichara e del ghanese  Ibrahim Hamid. I due sono stati trasferiti dall’hotspot di Milo, dove si trovavano con gli altri migranti, alla Casa Circondariale di Trapani. Sarà poi il gip del Tribunale di Trapani a convalidare o meno il fermo ed emettere un’ordinanza di misura cautelare. La notizia del fermo è stata resa nota, con un post pubblicato circa 30 minuti fa sulla sua pagina Facebook, dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Dalla notte di giovedì, quando i migranti hanno potuto lasciare la nave della Guardia Costiera italiana che aveva attraccato al porto di Trapani intorno alle 15,  dopo 24 ore di attese e rinvii, e ancora ieri gli uomini della Squadra Mobile di Trapani, diretta da Fabrizio Mustaro, hanno ascoltato, presso l'hotspot di Milo, le testimonianze dei migranti su quanto è successo sulla "Vos Thalassa". Qualcuno avrebbe ammesso che qualcosa più delle minacce ci sarebbe stato ma solo per la paura di essere riportati in Libia. L'equipaggio del rimorchiatore d'altura, sentito mercoledì scorso dagli agenti dello Sco, della Squadra Mobile e del Nucleo Speciale Investigazioni della Guardia Costiera, mentre era fermo nei pressi di una piattaforma petrolifera al largo di Zuara, ha fornito versioni più gravi dei fatti, come il gesto, rivolto al primo ufficiale, che se la nave avesse fatto rotta verso la Libia gli avrebbero tagliato la gola. I magistrati della Procura di Trapani hanno anche disposto l'acquisizione di tabulati, registrazioni radio e comunicazioni mail tra il rimorchiatore e la Guardia Costiera per capire in che modo si è deciso di cambiare rotta, non più verso la Libia ma verso Lampedusa.

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