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Fiaccolata per don Michele Di Stefano: commozione e impegno in ricordo di un prete buono - Trapani Oggi

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Fiaccolata per don Michele Di Stefano: commozione e impegno in ricordo di un prete buono

22 Marzo 2013 13:02, di Redazione
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“Ci domandiamo ancora perché tutto questo sia successo e vorremmo in qualche modo avere una risposta, non tanto per chiudere la vicenda,  ma per farce...

“Ci domandiamo ancora perché tutto questo sia successo e vorremmo in qualche modo avere una risposta, non tanto per chiudere la vicenda,  ma per farcene una ragione", lo ha detto l’arcivescovo Alessandro Plotti, ieri sera nel corso della messa celebrata nella chiesetta di Borgo Livio Bassi ad Ummari dopo la fiaccolata in memoria di don Michele Di Stefano. Una fiaccolata lunga tre chilometri che ha raccolto fedeli e amici del sacerdote, vigliaccamente ucciso nel sonno nella canonica adiacente la chiesa della piccola frazione trapanese lo scorso 26 febbraio. Una commemorazione alla quale hanno partecipato autorità civili, sacerdoti della Diocesi, rappresentanti di associazioni e movimenti e il fratello e i nipoti del sacerdote. Il corteo, giunto in preghiera alla chiesetta, è stato accolto dai membri del club di “Gli irriducibili” in piedi sui loro quad (alla fine della celebrazione hanno reso omaggio al sacerdote con “un’accelerata”), quasi a fare da picchetto d'onore, insieme a tante persone giunte sul luogo appositamente per la cerimonia. Sul sagrato illuminato è iniziata la commemorazione. Un video realizzato dai giovani di Fulgatore e Ummari ha raccontato la vita di don Di Stefano, dal momento della sua ordinazione, avvenuta nel 1965, fino alle ultime iniziative insieme alla "sua" gente. Persone, fedeli, che don Michele Di Stefano non aveva voluto abbandonare, anche dopo aver lasciato, per raggiunti limiti di età, la parrocchia di Fulgatore dove era stato per 43 anni. Aveva scelto di continuare a servire il suo gregge nella piccola chiesa di Ummari, poco distante, e viveva da solo nella casa canonica. Dopo la proiezione del filmato, canti e testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto, interrotti spesso dalla commozione. Tra gli interventi istituzionali quello del sindaco di Erice e del direttore della Coldiretti provinciale, associazione di cui don Michele è stato assistente spirituale per più di quarant’anni. Sono stati soprattutto i ragazzi  i protagonisti della cerimonia: hanno cantato e suonato le canzoni preferite dal loro parroco,  hanno letto messaggi sulla non-violenza, poesie, articoli di giornali. Da tutti la richiesta di giustizia per un delitto efferato e - ad oggi - inspiegabile. Don Michele Di Stefano era stimato e benvoluto da tutta la comunità e non negava il suo aiuto a nessuno. “Questa fine crudele rimane il mistero più grande che ci portiamo nel cuore", ha sottolineato monsignor Plotti che ha proseguito: "Affidiamo al Signore don Michele perché lo ammetta nella schiera dei santi e continui a proteggerci". Una riflessione, poi, sul senso da dare a questa morte: "Delinquere diventa una forma di aggressività e violenza che dobbiamo combattere con forza perché prevalga la fraternità e la pace, sul suo esempio diamoci da fare tutti: sarà il modo migliore per ricordarlo, per ricordare il suo sacrificio che è scritto nel mistero di grazia, di luce  - ma anche di buio  - che a volte prende la mente di tante persone che scelgono la strada della violenza e della crudeltà”. Dopo le parole del vescovo e l’ultimo applauso dei presenti, il vicario generale della Diocesi monsignor Liborio Palmeri - che ha condotto la fiaccolata - ha ringraziato i fedeli di Fulgatore e Ummari per il loro coinvolgimento e soprattutto i giovani per la cura con cui hanno organizzato il momento commemorativo dicendo: “Si faccia luce sul delitto come la luce della fiaccole stasera ha illuminato le strade buie di questa terra”.

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