Furto alla "Nunzio Nasi", arrestato 20enne
Dovrŕ rispondere di tentato furto aggravato in concorso, rapina impropria aggravata in concorso, danneggiamento aggravato e porto ingiustificato di ar...
Dovrà rispondere di tentato furto aggravato in concorso, rapina impropria aggravata in concorso, danneggiamento aggravato e porto ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere, il 20enne trapanese L.F. arrestato stamane dalla Polizia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. Il giovane - che è stato posto ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico - nella notte di lunedì scorso, è stato sorpreso da due pattuglie della Volante mentre viaggiava a bordo di un’auto insieme ad altre tre persone, non ancora identificate, poco distante dalla scuola “Nunzio Nasi”. I poliziotti, che si erano recati nel vicino Istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, dove era scattato l’allarme anti intrusione, hanno udito un ulteriore segnale di allarme provenire dalla “Nasi” e, giunti all’incrocio tra via De Santis e via La Grutta, hanno notato una vettura che procedeva verso di loro a fari spenti. Il conducente, per sottrarsi al controllo, dato che era rimasto bloccato tra le due auto della Polizia, ha innestato la retromarcia andando a sbattere contro uno dei due mezzi e poi si è dato alla fuga a piedi con i complici. I poliziotti, però, che hanno potuto vederlo bene in viso, attraverso i documenti custoditi nella vettura sono riusciti a risalire al proprietario e, quindi, a chi in effetti la guidava. Nel bagagliaio dell'auto sono stati trovati quattro computer portatili con relativi carica batterie, risultati sottratti alla “Nunzio Nasi”, e arnesi da scasso che sono stati sequestrati. L’attività di indagine ha permesso, inoltre, di appurare che i segni di effrazione trovati su una porta della “Falcone”, su una finestra della “Nasi” e sugli alloggi metallici che ospitavano i computer rubati erano compatibili con le dimensioni delle punte dei giravite sequestrati. Nei confronti di L.F. l'Autorità giudiziaria ha, quindi, disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Le indagini proseguono per identificare gli altri componenti di quella che gli inquirenti ritengono essere una vera e propria banda dedita a questa tipologia di reati.
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