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Fusione Trapani-Erice : Lo Giudice (Udc): «referendum»

16 Novembre 2009 17:20, di
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Trapani, 16 novembre 2009- «La «Grande Città» è un grande lavoro di sottrazione e di semplificazione. Significa ridurre i centri decisionali

Trapani, 16 novembre 2009- «La «Grande Città» è  un grande lavoro di sottrazione e di semplificazione. Significa ridurre i centri decisionali e, di conseguenza, eliminare spazi che la politica spesso occupa non solo impropriamente, ma anche inutilmente, restituendo importanti risorse a investimenti di utilità collettiva» Lo ha detto il deputato regionale Udc Pio Lo Giudice, che ha aggiunto: «Indire subito il referendum popolare dando così la parola ai cittadini di Trapani ed Erice sulla proposta di fusione dei due Comuni» L’onorevole Lo Giudice, partecipando ad un convegno a Trapani promosso dal «Comitato per l’istituzione della Grande Città» presieduto dall’editore Ignazio Grimaldi, ha aggiunto: «Tra Trapani ed Erice  ci sono i presupposti per l’istituzione di una nuova identità amministrativa perché intercorrono rapporti di stretta integrazione territoriale relativi all’economia, ai servizi sociali e alle relazioni culturali. Certo, prevalgono ancora egoismi e diffidenze. E non mi stupisco più di tanto se penso che in questi anni la politica, indistintamente, ha guardato con sospetto a quelle operazioni che comportassero una riduzione se non una eliminazione dei posti da occupare. Questo è successo e accade in buona parte anche adesso perché all’etica della responsabilità si è sostituita un’idea utilitaristica e personalistica del fare politica»Â  In conclusione, Lo Giudice ha affermato che la «Grande Città» è innanzitutto un grande lavoro di sottrazione e di semplificazione. Significa ridurre i centri decisionali e, di conseguenza, eliminare spazi che la politica spesso occupa non solo impropriamente, ma anche inutilmente. Significa anche ridurre significativamente i costi della politica, restituendo importanti risorse a investimenti di utilità collettiva» In considerazione di ciò, «Occorre uscire dagli equivoci e dalle ambiguità di chi si dice a parole disponibile alla «Grande Città» ma nei fatti opera diversamente. L’indizione del referendum popolare è la soluzione che occorre concretizzare per capire se si deve andare avanti oppure rinunciare. Oggi si parla tanto di razionalizzazione della spesa pubblica e di efficienza dei servizi, e lo si fa in un’ottica territoriale in cui risulta fondamentale quella che i tecnici definiscono «contiguità territoriale», prescindendo dunque da altre, seppure legittime esigenze, che potrebbero essere di natura politica o, più semplicemente, campanilistica» «Sia a livello comunitario, che a livello centrale e, da alcuni anni anche regionale –ha sottolineato il deputato all’Ars– vi è una forte incentivazione ai comuni perché la gestione di alcuni importanti servizi avvenga in forma collegiale. Penso, per esempio, a quello che avviene con le Unioni dei Comuni anche nella nostra provincia. Ci sono ambiti che richiedono una visione prospettica del territorio e impongono il superamento di localismi. Un esempio fra tutti. Il sistema dei trasporti. E’ impensabile che Erice possa programmare il suo sistema di trasporti pubblici diversamente da Trapani. Ancor più il discorso vale per la pianificazione territoriale, la programmazione turistica, lo sviluppo armonico dell’economia».  «La realizzazione di una «Grande Città» -ha concluso Lo Giudice-  non solo garantirebbe servizi più efficienti, ma consentirebbe ingenti risparmi per la spesa pubblica, e cioè soldi che potrebbero essere investiti sul territorio per il miglioramento della qualità della vita, per le scuole, il sociale, i trasporti. Non di meno, la «Grande Città», che verrebbe a conformarsi come una sorta di area metropolitana, consentirebbe a Trapani di attingere a nuove risorse statali e comunitarie per la riqualificazione urbana, la riqualificazione ambientale, la riorganizzazione dei trasporti e una nuova programmazione in campo economico e più propriamente turistico»

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