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GDF Messina. Scoperta maxi truffa ai danni del sistema sanitario, 25 le persone indagate, - Trapani Oggi

Cronaca

GDF Messina. Scoperta maxi truffa ai danni del sistema sanitario, 25 le persone indagate,

23 Settembre 2021 08:11, di Redazione
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Sequestrati 3 milioni di euro

La complessa attivitĂ  d'indagine, sviluppata dagli investigatori in materia di spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, su delega del pool di magistrati della Procura della Repubblica di Messina responsabili del contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione, ruota intorno all'acronimo D.R.G. (Diagnosis Related Group) - di qui il nome dell'operazione: un dettagliato sistema che consente di classificare ogni singolo caso clinico in una determinata casella (il Ministero della SanitĂ  ha previsto oltre 500 casistiche), variabile in relazione alla diagnosi, agli interventi subiti, alle cure prescritte ovvero alle caratteristiche personali del singolo paziente ricoverato in una struttura accreditata.

Proprio sulla base del D.R.G. attribuito, quindi, in funzione delle risultanze della Scheda di Dimissione Ospedaliera (in sigla S.D.O.), parte integrante della cartella clinica, ogni singola Regione prevede la tariffa da rimborsare alla casa di cura privata convenzionata, gravante sul Servizio Sanitario Nazionale, così risultando centrale la relativa attività di verifica, per norma attribuita ad un Nucleo Operativo di Controllo interno all'ASP competente per territorio.

Rimborsi lievitati

Orbene, all'esito dell'odierna attività investigativa, consistita in penetranti investigazioni documentali, accertamenti bancari, escussione di diverse persone a vario titolo informate sui fatti, oltre ad attività tipiche di polizia giudiziaria, corroborate da plurime attività tecniche di intercettazione, acquisizioni informatiche ed interpolazioni con gli esiti di una consulenza tecnica d'ufficio, è emerso un "articolato e collaudato meccanismo fraudolento, finalizzato a far lievitare artificiosamente l'entità dei rimborsi corrisposti dal sistema sanitario", indicando nella Scheda di Dimissione Ospedaliera un D.R.G. difforme rispetto alle reali attività come risultanti dalle cartelle cliniche, così realizzando una conseguente truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per oltre complessivi 3 milioni di euro, oggi sottoposti a sequestro.

591 cartelle cliniche anomale

Un dato estremamente allarmante lì dove si consideri che sono state oggetto di puntuale disamina soltanto 723 cartelle cliniche: di queste ben 591 presentavano anomalie, con una percentuale d'incidenza pari all'81,74%, tanto da indurre il competente Giudice del Tribunale di Messina a ritenere l'esistenza di una forma “di radicata connivenza tra controllore e controllato”.

Anomalie che, alla luce del grave quadro indiziario, comunque basato su imputazioni provvisorie e che dovranno trovare conferma in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, non paiono potersi attribuire a casualità o superficialità dei controllori, bensì, proprio per la frequenza e metodicità, da ritenersi sintomatiche di un sistema rodato: “...la cartina al tornasole di un sistema illecito diffuso [...] finalizzato a lucrare indebitamente sul rimborsi riconosciuti dalla Regione Siciliana per le prestazioni erogate dagli enti convenzionati..." rafforzato...dal contributo offerto dal soggetto controllore, nella specie l'Ufficio dell'ASP di Messina [...] i cui funzionari, anch'essi sistematicamente, omettevano di rilevare le pur patenti irregolarità […] attestando falsamente nei verbali NOC la conformità della documentazione esaminata ai parametri previsti...”.

Questo il contesto in cui si sono sviluppate le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle peloritane e che hanno nel dettaglio documentato il ruolo nodale del dirigente dell'ASP di Messina FAZIO Mariagiuliana cl. 56 (di recente posta in quiescenza e per tale motivo non destinataria di provvedimento cautelare, indagata per plurime ipotesi di truffa aggravata ai danno dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico, falso e corruzione), già a capo del Nucleo Operativo di Controllo dell'ASP di Messina, prima e principale protagonista delle vicende oggetto d'indagine, descritta dal competente Giudice come soggetto che, "forte di una consolidata esperienza amministrativa e burocratica", si è dimostrata "dotata di una pervasiva capacità di orientare l'impatto della macchina amministrativa" dalla medesima diretta, con atteggiamento spregiudicato, piegandola a interessi di parte in funzione di un tornaconto personale".

Nel merito, come peraltro emergente anche dalle intercettazioni telefoniche, si acquisiva come la donna vantasse un "rapporto privilegiato e di cointeressenza" con i vertici delle seguenti case di cura investigate.

- il romano MIRAGLIA Emmanuel cl. 39, per la CAPPELLANI GIOMI S.p.a. e la GIOMI S.p.a., società destinatarie, complessivamente, di maggiori importi provento di truffa per € 423.934,00. In tale ambito, avvalendosi del prezioso supporto tecnico degli specialisti della Guardia Finanza appartenenti al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, venivano effettuate mirate acquisizioni degli accessi al portale "Qualità Sicilia SSR, sottosistema "Controllo qualità e appropriatezza cartelle cliniche e SDO", predisposto dall'Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, rilevando come la FAZIO avesse fornito ad un medico, dipendente della GIOMI S.p.a., oggi indagato per accesso abusivo a sistema informatico, le proprie credenziali riservate, al fine di consentire a quest'ultimo di inserire, indebitamente, in suo luogo, i dati relativi alle procedure di verifica sulle cartelle cliniche;

-il calabrese CHIERA Domenico Francesco cl. 58, direttore sanitario della Casa di cura gestita dalla Cure Ortopediche Traumatologiche S.p.a., destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 364.415,77, peraltro indagato anche per accesso abusivo al nominato sistema informatico;

- il messinese BARRESI Gustavo cl. 70, socio accomandante della casa di cura Villa Salus, destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 655.063,55; soggetti nei cui confronti è stata disposta la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell'ambito di imprese e persone giuridiche, per la durata di quattro mesi.

Analogamente, emergevano rapporti privilegiati anche con altre case di cura operanti a Messina:

- la Casa di cura Cristo Re, per il tramite del rappresentante legale MERLINO Antonino Francesco cl. 51, destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 259.866,47; Anche per tale Casa di cura si documentavano accessi abusivi al sistema informatico predisposto dall'Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, eseguiti da due dipendenti della Cristo Re S.r.l., oggi indagati;

- la Casa di cura San Camillo, amministrata dalla Provincia Sicula dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, destinataria di maggiori importi provento di truffa per € 400.594,40;

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