Gestione rifiuti e questione termovalorizzatori, le critiche dei deputati M5S
"Notiamo che alla ripresa dopo la pausa estiva nulla è cambiato, chiacchiere sui giornali e nessun atto concreto. Si parla di un nuovo piano rifiuti p...
"Notiamo che alla ripresa dopo la pausa estiva nulla è cambiato, chiacchiere sui giornali e nessun atto concreto. Si parla di un nuovo piano rifiuti pronto in Regione che contempli la realizzazione degli inceneritori in Sicilia e che già a novembre saranno lanciati i primi bandi”. A dichiararlo sono i deputati del M5S Claudia Mannino (Camera dei Deputati), Angela Foti e Giampiero Trizzino (Ars) e Ignazio Corrao (Parlamento Europeo). Secondo l'ordinanza della Regione i termovalorizzatori dovranno sorgere “esclusivamente in aree in esercizio a discariche pubbliche ovvero in aree pubbliche dismesse di discariche non in esercizio ovvero in aree industriali, anche in prossimità delle stesse”. Per questo sarebbero già state individuate le aree di Bellolampo, Lentini, Sciacca, Castellana Sicula e Campobello di Mazara. Si parla di impianti molto piccoli (che potranno trattare non più di centomila tonnellate all’anno), tecnologicamente avanzati e a impatto ambientale limitatissimo. “Tutto questo – spiegano i deputati - si scontra con la normativa vigente: una modifica del piano regionale rifiuti deve passare per una procedura specifica in cui vengono coinvolti la cittadinanza, i Comuni, le autorità d'ambito e l'Assemblea regionale. Una modifica del piano regionale rifiuti necessita di una nuova valutazione ambientale strategica. Per il mancato rispetto di tali procedure con riferimento all'adeguamento del gennaio scorso è già in corso, a seguito di nostro esposto, una indagine della Procura di Palermo, per non parlare della sempre aperta procedura di infrazione da parte della Commissione Europea che minaccia una sanzione milionaria per la Sicilia e il ritiro dei fondi europei per il periodo 2014-2020. Molti di questi passaggi sono inseriti nella relazione della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti che verrà presentata a Palermo nei prossimi mesi". "Nei prossimi giorni – spiegano gli esponenti siciliani del M5S - procederemo ad acquisire tutti gli atti, in quanto al momento si tratta di mere indiscrezioni e dichiarazioni e ad aggiornare tutte le autorità di controllo, in primis la Procura e la Commissione Europea. La Regione non sta facendo alcuna programmazione, si brancola nel buio volendo avviare il business della costruzione degli inceneritori senza avere idea di come gestire il ciclo dei rifiuti". “Una Regione credibile – sottolinea la deputata Claudia Mannino - invece di sparare numeri sul numero di inceneritori, solo per far sfregare le mani a qualche imprenditore interessato, dovrebbe parlare di raccolta differenziata. Ad oggi ed a distanza di oltre tre anni di *fiato sul collo* sulla Regione possiamo dire che si sta continuando a garantire i soliti interessi delle discariche". Secondo Angela Foti "la Regione Siciliana non si attiene, ancora oggi, al rispetto della direttiva 2008-98 comunemente conosciuta come 'gerarchia dei rifiuti'. Prima di parlare di distruzione bisogna lavorare sulla riduzione riuso e riciclo ed eventualmente poi passare alla termodistruzione". Nel frattempo i rifiuti continuano ad essere conferiti nelle discariche seppure con l'obbligo di spedire fuori dalla Sicilia, in Italia o all'estero, il 30 per cento della frazione secca. L'unica ad aver già in parte provveduto, seppure in via sperimentale, è la Sicula Trasporti che gestisce la discarica di Lentini-Grotte San Giorgio. Nelle settimane scorse dal porto di Catania è partita per la Bulgaria una nave con 15mila tonnellate di spazzatura. Anche la Trapani Servizi si era attivata in tal senso ma la procedura è stata dichiarata "infruttuosa. Anche la Cisl - in una nota - sottolinea come, quattro anni dopo l'elezione di Crocetta, "la Sicilia resta ancorata alla preistoria delle discariche e il governo sta ancora provvedendo, come dice, a individuare sei o otto siti in cui edificare gli inceneritori". Il sindacato sottolinea che "sono già 300 gli impianti di termovalorizzazione attivi dai quali svariati Paesi ricavano energia". Fra gli esempi, la Danimarca dove, afferma Milazzo, "l'ultima discarica è stata chiusa negli anni Settanta, sono già in attività una trentina di termovalorizzatori e l'anno prossimo ne sarà , persino, inaugurato uno capace, bruciando rifiuti organici, di riscaldare 160 mila abitazioni e fornire energia elettrica a 62 mila utenze".
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