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Gibellina, si inaugura Belice Epicentro

04 Marzo 2011 12:06, di Niki Mazzara
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Gibellina, 4 marzo 2011- Domani si inaugura a Gibellina un nuovo spazio di cultura e aggregazione che raccoglie storie e memorie della valle del Belic...

Gibellina, 4 marzo 2011- Domani si inaugura a Gibellina un nuovo spazio di cultura e aggregazione che raccoglie storie e memorie della valle del Belice, si chiama BELICE/EPICENTRO della memoria viva e segna la conclusione di un lavoro di due anni con abitanti vecchi e nuovi della Valle. E' uno spazio che rappresenta una Sicilia nuova, giovane e poco raccontata dalle cronache, la Sicilia che per riscattarsi dalla mafia punta su un'economia della cultura, della partecipazione e della legalità a partire dalle risorse locali per creare lavoro e impresa pulita nel territorio di Matteo Messina Denaro. L'apertura di EPICENTRO/BELICE è un'occasione per trascorrere un originale week-end nel Belice, alla scoperta di storie e luoghi intensi e pieni di fascino. Un week-end all'insegna della memoria, della riflessione politica, della bellezza del paesaggio così come del buon cibo e del buon vino. Questa esperienza sarà guidata dalle associazioni e cooperative coinvolte nel progetto e in particolare dalla neonata cooperativa ADACIU che propone modalità di scoperta "lenta" e autentica del territorio.Due giorni per visitare luoghi della sicilia culturale, produttiva e onesta e incontrare i testimoni delle lotte degli anni 50 e 70, memoria viva, come Lorenzo Barbera che ancora oggi vive in quella che fu la baracca intitolata a Martin Luther king, sede del centro studi Valle del Belice. Sono tante le storie da raccontare per cui vale la pena venire a conoscere questi luoghi e le persone che li abitano. In pochi sanno che la valle del Belice, prima ancora del terremoto che la rese famosa nel 1968, fu un attivissimo laboratorio di pratiche di lotta civile e di partecipazione, noto già dagli anni 50 presso le avanguardie sociali di tutta Europa. La gente del Belice, seppe lottare contro mafia e latifondo chiedendo la costruzione di dighe e infrastrutture minime per la sopravvivenza, in un tempo in cui in Sicilia l'analfabetismo era la regola e la luce elettrica un privilegio. L'anima di queste mobilitazioni furono Danilo Dolci e i suoi collaboratori del Centro Studi per la piena occupazione, intellettuali e attivisti che ha un senso oggi, in tempi di nuove mobilitazioni di popoli del sud, ricordare e studiare. Le rivendicazioni e le lotte popolari si intrecciano dopo il terremoto con le vicende della ricostruzione, con il malaffare e le sperimentazioni urbanistiche, le utopie artistiche e la corruzione politica. Da questa storia ha preso le mosse il progetto “Le terre che tremarono” per la valorizzazione del territorio a partire dalla memoria locale  sostenuto da Fondazione per il Sud con il contributo di Provincia Regionale di Trapani e realizzato dal CRESM – Centro Studi e Ricerche per il meridione di Gibellina, da CLAC – Centro Laboratorio Arti Contemporanee di Palermo, LE MAT – Consorzio di imprese sociali del turismo e ECO Culture e Viaggi, cooperativa di Polizzi Generosa. I partner  hanno lavorato con le persone della valle,  coinvolto in laboratori e mappature giovani e vecchi,  intervistato, raccontato, raccolto documenti e tutto questo dal 5 marzo sarà in questo grande contenitore di storie di una Sicilia diversa e sana che si chiama EPICENTRO/BELICE (Ideazione CLAC; Direzione artistica e allestimento di Giuseppe Maiorana). SIMONA LICATA

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