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Giornata contro la violenza sulle donne, in campo anche la Polizia

24 Novembre 2018 16:24, di Ornella Fulco
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A Trapani, come in tutte le province italiane, allestito un punto mobile di informazione e supporto per i cittadini

Iniziativa della Questura di Trapani in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne che si celebrerà domani. Nell'ambito della campagna della Polizia di Stato "Questo non è amore", anche a Trapani, come in tutte le province italiane, camper, pullman, gazebo ed altre occasioni d’incontro sono stati allestiti per rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta di donne e formata da personale di Polizia specializzato, da medici, psicologi e da rappresentanti dei Centri antiviolenza.
Un’idea, quella del progetto contro la violenza di genere, che sinora ha consentito di contattare oltre 20.200 persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervento su situazioni di violenza e stalking, che diversamente sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore delle mura domestiche. 
Nello slargo intitolato a Nino Via, nei pressi dalla centralissima via Fardella, è stato allestito un presidio mobile, composto da un camper della Polizia di Stato, che ha accolto tutti coloro i quali hanno inteso acquisire informazioni sul tema della violenza di genere. La cittadinanza ha avuto, in particolare, la possibilità di confrontarsi con un’equipe di operatori specializzati, composta in prevalenza da donne, e formata da personale specializzato della Polizia, psicologi e rappresentanti dell’associazione CO.TU.LE.VI.
"La flessione negli ultimi tre anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) - si legge nella nota diffusa dalla Questura - non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile ma perché l’esperienza delle Forze dell'ordine e delle associazioni, da tanti anni impegnate su questi temi, mostra l’esistenza di un "sommerso" che troppo spesso non si traduce in denuncia".
Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche ma che, invece, è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l´isolamento.
Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle Sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all´arresto nei casi di violenza reiterate.

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