Giunti al porto 512 migranti e 7 morti
Sono 512 le persone giunte stamane al porto di Trapani a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera italiana "Diciotti". I migranti, che in total...
Sono 512 le persone giunte stamane al porto di Trapani a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera italiana "Diciotti". I migranti, che in  totale erano 515, sono stati recuperati ieri nel Mediterraneo centrale nel corso di quattro operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale operativa di Roma della Guardia Costiera italiana. Tre di loro, per esigenze mediche, sono stati sbarcati a Lampedusa prima che l'unita militare giungesse a Trapani. Complessivamente si trovavano a bordo di quattro gommoni - di cui uno semi affondato - e sono stati intercettati e tratti in salvo dalla "Diciotti", dalle motovedette CP 312 e CP 319 della Guardia costiera italiana, dal pattugliatore d'altura "Sirio" della Marina Militare italiana, dalla nave della Ong tedesca "Sea Eye" e dal rimorchiatore "Gagliardo" che era diretto a Malta. Ha partecipato alle operazioni anche la petroliera "Ohio" battente bandiera delle Bahamas. A bordo della "Diciotti  " anche sette salme, cinque uomini e due donne. I corpi sono stati recuperati durante le operazioni di soccorso già privi di vita. Come ha riferito il comandante della nave, il capitano di fregata Gianluca D'Agostino, "ci siamo trovati davanti ad uno scenario drammatico, con molte persone in acqua che rischiavano di affogare, come è accaduto per i corpi già senza vita che abbiamo recuperato. Le condizioni del mare erano difficili con onde a cui i gommoni con i migranti non avrebbero resistito a lungo". Molti i minori a bordo, oltre un centinaio, di cui  alcuni anche di pochi mesi, e alcune donne in stato di gravidanza. Le ondate di arrivi non accennano a fermarsi e, come ha dichiarato al Corriere della Sera Abdulsalam Kajman, il vice vice presidente del governo di riconciliazione Nazionale guidato da Fayez Al Sarraj — è necessario un accordo sui modi per stabilizzare e mettere in sicurezza le frontiere meridionali della Libia. "Gli italiani- ha detto il vice presidente Kajman - vogliono che la nostra Guardia Costiera blocchi i barconi, ma dobbiamo lavorare in modo congiunto. E se non risolviamo i problemi del sud della Libia non risolveremo la questione dei migranti. Siamo pronti a formare una nuova guardia di confine - ha concluso - e il governo italiano è disposto a formare e addestrare gli uomini che vigileranno sull’intera frontiera. Purtroppo la difficile situazione economica in quella regione spinge molti giovani libici a lavorare per i trafficanti".
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