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Castelvetrano | Attualità

Gruppo 6 Gdo, tutti uniti per evitare il fallimento

04 Marzo 2014 17:20, di Ornella Fulco
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“Il premier Matteo Renzi assuma l'impegno finanziario necessario e urgente per salvare il Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano che, attualmente in regime di ...

“Il premier Matteo Renzi assuma l'impegno finanziario necessario e urgente per salvare il Gruppo 6 Gdo di Castelvetrano che, attualmente in regime di amministrazione giudiziaria, rischia il fallimento". L'invito ad un intervento immediato del governo nazionale è partito dai partecipanti all'incontro sulla situazione dell'azienda, tenutosi oggi al liceo scientifico "Cipolla", a cui erano presenti la presidente della Commissione europea antimafia Sonia Alfano, ill senatore Giuseppe Lumia, il commissario straordinario della Provincia di Trapani, Antonio Ingroia, il sindaco Felice Errante e il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero. "Accertato che è necessaria la revisione della legge che regola l'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati e il suo funzionamento - ha dichiarato Sonia Alfano - oggi è emersa la necessità di assicurare e garantire il mantenimento dei posti di lavoro dei dipendenti del Gruppo 6 Gdo, soprattutto in un contesto come quello di Castelvetrano, roccaforte del latitante Matteo Messina Denaro”. Al faccia a faccia con i 192 lavoratori dell'azienda che rischia la chiusura, c'erano anche l'amministratore giudiziario Nicola Ribolla e il prefetto Maria Rosaria Laganà dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati che ha riferito sulle di trattative in corso con aziende della grande distribuzione che potrebbero essere interessate a rilevare il Gruppo 6 Gdo, consentendo la salvezza dell'azienda e dei lavoratori. "Non può passare - ha dichiarato Sonia Alfano - il messaggio che un'azienda confiscata al prestanome del boss Matteo Messina Denaro rischia di chiudere dopo essere entrata nel patrimonio dello Stato. Il rilancio del Gruppo 6 Gdo potrebbe rappresentare un'esperienza pilota esemplare per le numerose aziende confiscate alle mafie su tutto il territorio nazionale”. L'eurodeputato si incontrerà nuovamente con il senatore Lumia, il commissario straordinario della Provincia Ingroia e il sindaco Errante la prossima settimana, nella sede di Palermo dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, per conoscere il contenuto delle proposte di acquisto del Gruppo 6 Gdo che - come ha detto il prefetto Laganà- saranno formalizzate il 6 marzo. "La mia è una vicinanza psicologia, di sostegno morale nei confronti di questi dipendenti - ha detto il vescovo Mogavero - dei quali, sino ad ora, ho apprezzato la compostezza nelle proteste, nonostante le difficoltà che riscontrano tutti i giorni. Il problema va risolto e l’unità di tutte le istituzioni interessate, a partire da questo tavolo di oggi a Castelvetrano, è la strada da percorrere per la speranzosa soluzione della vicenda". "Lo Stato, anche per la parte che riguarda l’Agenzia - ha sottolineato il prefetto Laganaà - non vuole lasciare soli i lavoratori del gruppo 6 Gdo e, in generale, tutti i lavoratori di aziende confiscate. Quando la sottrazione a Grigoli è diventata definitiva ed è passata di nostra competenza l’Agenzia ha preso atto delle problematiche complessive che c’erano, creando un percorso per la salvaguardia dei posti di lavoro. Dobbiamo confrontarci con la situazione che abbiamo trovato e con la normativa che supporta la nostra attività ma questa comunità non può essere lasciata sola. Èun punto d’onore essere qua stamane. Obiettivo principale rimane la salvaguardia dei posti di lavoro, non smembrare l’azienda nel caso di una vendita ma ben vengano ipotesi diverse purchè fattibili anche da parte degli stessi lavoratori, le percorreremo insieme. Il 7 marzo intanto ci sarà la definizione del concordato preventivo”. Anche il commissario straordinario della Provincia regionale di Trapani, Antonio Ingroia ha voluto dire la sua: “A Castelvetrano non si può perdere nessun posto di lavoro e soprattutto regalarlo alla criminalità, sarebbe una sconfitta per lo Stato. Non esiste legalità se non c’è lavoro e allora dobbiamo trasformare questa occasione che ci si presenta in una esperienza pilota”. A proposito di proposte, Ingroia ha ribadito quella di attivare un tavolo operativo permanente per esaminare tutte le proposte e valutare la proposta, avanzata dai lavoratori, di una loro compartecipazione nella gestione dell’azienda, si pensa ad una forma di tipo cooperativo come, ad esempio è accaduto per la Calcestruzzi Ericina, azienda che fu confiscata al boss mafioso Vincenzo Virga e da alcuni anni gestita dai lavoratori che si sono costituiti in cooperativa.

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