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Sicilia

I libici sparano contro due pescherecci siciliani

03 Giugno 2022 16:16, di Laura Spanò
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I natanti sono del compartimento marittimo di Catania

***AGGIORNAMENTO** - «I comandanti delle due imbarcazioni sono riusciti a sfuggire all’agguato e ha preso la rotta del ritorno ad Acitrezza previsto per oggi. Tutti i componenti i due equipaggi stanno bene, ma ora basta. La Federazione armatori siciliani si attiverà al fine della tutela delle imprese di pesca e per il diritto al futuro». Lo afferma la Federazione armatori siciliani dopo ieri a due pescherecci sono stati avvicinati da una motovedetta libica.

Interviene anche la Regione siciliana: «Non possiamo affidare la vita dei nostri pescatori alla fortuna e neppure impedire alle nostre imprese di pesca di esercitare il sacrosanto diritto di lavorare in quella parte del Mediterraneo. La situazione è particolarmente grave, registro momenti di forte tensione e preoccupazione, c'è necessità assoluta - afferma l’assessore alla Pesca, Toni Scilla - di approfondire la questione e chiederemo un incontro con la Farnesina, il ministero della Difesa e il ministero della Pesca per intensificare il servizio di vigilanza in mare e risolvere definitivamente questa situazione».

Una motovedetta libica avrebbe sparato alcuni colpi d'arma da fuoco di avvertimento verso il peschereccio 'Salvatore Mercurio', che si trovava in acque internazionali a nord di Bengasi assieme al 'Luigi Primo', iscritti al compartimento marittimo di Catania e di stanza  nella piccola marineria di Marzamemi. I colpi non hanno provocato danni alle imbarcazioni né feriti.

In zona è intervenuta la fregata Grecale della Marina Militare che ha invitato la motovedetta ad allontanarsi, mentre un team sanitario e uomini del del San Marco sono saliti a bordo dei pescherecci per garantire la sicurezza. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è stato costantemente informato della situazione. 

L'episodio, spiega la Marina, si è verificato nella sera di ieri: i due pescherecci sono stati avvicinati da una motovedetta libica perché avrebbero violato le zone di pesca del paese nordafricano. Secondo il racconto di chi era a bordo del 'Salvatore Mercurio' i libici avrebbero anche sparato una serie di colpi di avvertimento, senza però provocare danni.

Da bordo dei pescherecci, che si trovavano in acque internazionali a nord di Bengasi, è partita la richiesta d'intervento, ricevuta da nave Grecale della Marina che è impegnata in una serie di attività operative nell'area centromeridionale del Mediterraneo. Mentre si dirigeva nel punto dove si trovavano i pescherecci, dalla fregata hanno contattato via radio la motovedetta libica comunicando che i pescherecci si trovavano fuori dai limiti della Zona di protezione della pesca (Zpp) dichiarata dalla Libia e dunque invitandola a desistere dall'azione in corso.

«La notizia dei colpi sparati ieri sera dalla motovedetta libica verso i due motopesca catanesi ripropone d’attualità la questione sicurezza per i nostri pescatori che lavorano nel Canale di Sicilia», ha detto il segretario Uila pesca Sicilia Tommaso Macaddino, a pochi minuti dall’apertura del congresso su "La pesca siciliana al centro del Mediterraneo, diritti e doveri" a Mazara del Vallo. Per Macaddino «la questione di accordi bilaterali tra Italia e Libia non è più rinviabile - dice - è ancora viva dentro tutta la marineria mazarese la ferita del sequestro di 108 giorni che hanno vissuto 18 pescatori in Libia. Di sicurezza se ne parla quando c’è il caso di cronaca e poi il tema cade nel dimenticatoio», ha concluso Macaddino.

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