"I mandorli della Signora Varvaro" per dire "no" alle trivelle
S'inaugura domani, 9 aprile, alle 18 a Selinunte, nella galleria d’arte "Pensiero Contemporaneo" (di fronte all’ingresso del Parco Archeologico), la n...
S'inaugura domani, 9 aprile, alle 18 a Selinunte, nella galleria d’arte "Pensiero Contemporaneo" (di fronte all’ingresso del Parco Archeologico), la nuova installazione di Ute Pyka e Umberto Leone, intitolata “I mandorli della Signora Varvaro”. La coppia di artisti, che ha fondato la propria ricerca sul rapporto uomo-natura, si è concentrata sulle "biografie" degli alberi da cui nascono le loro sculture. Storie vegetali che si intrecciano con la storia delle persone e del territorio in cui l’albero è vissuto. I "mandorli della Signora Varvaro” raccontano la storia attualissima di una natura costretta a soccombere, in nome di un malinteso senso del progresso. «Una storia attualissima – dicono Pyka e Leone – . Un monito, visto che proprio a causa delle prime trivellazioni in cerca di petrolio che si svolsero in Sicilia negli anni Cinquanta, i mandorli della signora Varvaro non ci sono più. Lo scarico dei reflui che si dispersero nelle campagne intorno alle antiche rovine di Selinunte, fece morire la metà del mandorleto». Dai tronchi di alcuni di questi alberi, recuperati dai due artisti, sono nate le loro nuove sculture. “I mandorli della Signora Varvaro” hanno ispirato l’omonimo racconto di Carola Susani che, con la voce recitante di Emma Dante, fa da ‘colonna sonora’ all’installazione e costituiscono il primo capitolo di "Uomini e Alberi, sulle tracce di un’età dell’oro". Il progetto artistico di racconti e sculture, ideato da Ute Pyka e Umberto Leone e che coinvolge anche quattro scrittori e altrettanti attori, includerà “Il Pino di Castelvetrano”, con l’omonimo racconto di Gaetano Savatteri, letto da Luigi Lo Cascio, storia di un pino tagliato dalla mafia ad un ex consigliere comunale; “Conca d’Oro” con gli alberi di agrumi che provengono da Ciaculli, testo di Giuseppe Barbera, letto da Lollo Franco; “Il Ficus di Piazza Marina” di cui Pyka e Leone hanno recuperato diversi pezzi ricavati dalla potatura: l’albero esotico, ‘emigrato’ a Palermo nell’Ottocento, è divenuto la chioma più ampia d’Europa. Il racconto che lo accompagna è di Gabriella Kuruvilla con la voce di Salvo Piparo. Per l’inaugurazione, che vuole essere anche un’occasione per sostenere le ragioni del "SI" al referendum abrogativo del 17 aprile sulle trivellazioni, saranno proposti i racconti “Ammare” di e con Salvo Piparo, percussioni di Francesco Cusumano, leggende e storie di mare, proposte con l’antica tecnica del cunto. La visita all'installazione è libera, tutti i giorni dalle 10.30 alle 18. Patrocinio del Comune di Castelvetrano con la partecipazione della Rete Museale Belicina e del Circolo Legambiente "Crimiso" di Castelvetrano.
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