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I Sindaci siciliani incontrano Crocetta

08 Dicembre 2012 10:25, di Niki Mazzara
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Oltre 200 sindaci siciliani hanno preso parte ieri a Palermo, all’incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Durante l’assemblea, svo...

Oltre 200 sindaci siciliani hanno preso parte ieri a Palermo, all’incontro con il presidente della Regione, Rosario Crocetta. Durante l’assemblea, svoltasi nelle sale dell’Albergo delle Povere, l’AnciSicilia insieme con i primi cittadini, ha sottoposto al Presidente le criticità e le emergenze che caratterizzano la vita degli enti locali.“La mission dei comuni è produrre ricchezza e occupazione sul territorio, creare cioè tutti i presupposti per dar vita al riscatto e alla rinascita della Sicilia”, questo il commento del presidente dell’AnciSicilia, Giacomo Scala, che, nel corso della sua relazione, ha aggiunto: “In 3 anni al fondo delle Autonomie locali sono stati sottratti ben 250 milioni di euro e, ciò ha senza dubbio contribuito a rendere ancora più difficile per gli enti locali svolgere la normale vita amministrativa. Ma dobbiamo sempre tenere presente che se salta il sistema delle Autonomie locali, salta tutto il Paese. Per questo motivo chiediamo al governo regionale di aiutarci a superare la crisi di liquidità che mette in ginocchio non solo i comuni ma anche tutto il sistema delle imprese”   “Dopo questo incontro – spiega Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’AnciSicilia – a cui ha partecipato la stragrande maggioranza dei sindaci dell’Isola, ci auguriamo che il governo regionale offra un’attenzione maggiore alle priorità che arrivano dal territorio. In questo momento, purtroppo, i primi cittadini si trovano a far fronte ad emergenze enormi e, in più, a dover scegliere quali servizi essenziali tagliare e quali salvare. A questo punto, ancora una volta sottolineiamo che non possiamo e non vogliamo limitarci a dare un assenso alle scelte del governo, ma vogliamo essere partecipi delle scelte. Dal momento che i comuni sono considerati il filtro del disagio e delle tensioni, che sono sempre più esposti al malessere sociale, al presidente Crocetta chiediamo di non essere lasciati soli. I comuni devono essere il motore per lo sviluppo economico e i sindaci non possono diventare dei curatori fallimentari”.E se da un lato Calogero Pumilia, sindaco di Caltabellotta e componente del comitato direttivo dell’AnciSicilia, ha sottolineato come le “proteste composte di coloro che nel territorio rappresentano lo Stato, rivelano seri pericoli per la coesione sociale e una crisi irreparabile”, dall’altro Patrizia Valenti, assessore regionale alle Autonomie locali ha sottolineato “l’importanza della collaborazione istituzionale e la necessità di riunire una volta al mese la Conferenza delle Autonomie locali con l’obiettivo di trasformarla in una sede di lavoro costante per consentire alla Regione e ai comuni di ottenere risorse esterne da aggiungere al fondo delle Autonomie locali”.“Bisogna ricordare – ha aggiunto Calogero Pumilia – che la Sicilia, insieme con la Calabria, non ha ancora visto la nascita del Consiglio delle Autonomie locali, previsto dal titolo V della Costituzione. Ciò ha privato il sistema degli enti locali di una voce autorevole che, da sola, potrebbe dar forza alla governance dell’intera Sicilia”. “I comuni siciliani – ha aggiunto Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni e vice presidente dell’AnciSicilia – non hanno più liquidità. Devono pagare gli stipendi dei dipendenti, non possono fare a meno di pagare l’abbonamento per gli studenti pendolari, devono far fronte a impegni giornalieri gravosi e a delle responsabilità enormi. Gli enti locali non possono essere le vittime sacrificali a causa di scelte sbagliate operate da altri. Noi sindaci abbiamo il diritto di far vivere dignitosamente i nostri concittadini. Per questo motivo chiediamo al governo della Regione di creare un’unità di crisi per fare uscire, in tempi brevi, i comuni da questa situazione drammatica”.Durante l’incontro, l’AnciSicilia ha consegnato al Presidente Crocetta un documento contenente le principali richieste formulate dall’Associazione in pieno accordo con gli amministratori locali.Di seguito i principali argomenti trattati dal documento:Trasferimenti statali e regionali. La progressiva riduzione dei trasferimenti statali e regionali agli Enti Locali, cui si è assistito negli ultimi anni, ha determinato pesantissimi effetti sui bilanci comunali e sulla possibilità di erogare i servizi essenziali ai cittadini. Vengono reiterate dal Governo nazionale e da quello regionale scelte che rendono sempre più grave la situazione economico-finanziaria dei Comuni e più problematica la tenuta minima del rapporto tra Amministrazioni e Cittadini. I comuni, in molti casi, si trovano nella condizione di dover scegliere tra pagare i dipendenti e pagare imprese e fornitori ed in alcuni casi non riescono a pagare né gli uni né gli altri. I Comuni hanno tentato di far fronte a tale situazione incrementando in sede di bilancio le aliquote dei tributi locali ed in particolare quelle dell’IMU, ma, loro malgrado, hanno così generato ulteriori difficoltà per i cittadini. Nel 2012, in particolare, si è passati da difficoltà di spesa legate esclusivamente ai limiti imposti dalle regole previste dal Patto di Stabilità Interno, a difficoltà di spesa dovute all’assenza di risorse in cassa.Consiglio delle Autonomie Locali. Anche in Sicilia è necessario che l'accresciuto ruolo delle Autonomie Locali sia riconosciuto con la istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali. Dal Comune alla Regione, le Istituzioni pubbliche invocano una nuova configurazione che non è soltanto una ri-perimetrazione dei loro confini e dei loro poteri ma un nuovo modello di ordinamento e organizzazione che le trasformi da realtà chiuse in se stesse, separate l’una dall’altra, spesso in conflitto, in sistemi aperti di tipo collaborativo e cooperativo. Si tratta di una vera e propria ‘rivoluzione’ che cambia il modo di governare ispirato al principio di sussidiarietà quale criterio di regolazione dei rapporti tra le Istituzioni pubbliche, poste su un piano di pari dignità.Fondo delle Autonomie locali. Le risorse del Fondo per le Autonomie locali sono passate dai 913 milioni di euro del 2009 ai 650 milioni di euro per il 2012 (art. 4, comma 1, della Legge regionale n. 26 del 9 maggio 2012 e art. 2, comma 1, della Legge regionale n.33 del 1 giugno 2012).In tre anni il Fondo si è ridotto complessivamente di oltre 250 milioni di euro, ma a questo vanno sommate le seguenti considerazioni: a) sul Fondo gravano una serie di riserve che non sempre sono riconducibili a fondi destinati ai comuni (art. 4, commi 3 e 4, della Legge regionale n. 26 del 9 maggio 2012). Alcune che gravano sul Fondo potrebbero essere soppresse o potrebbe essere coperte con altre risorse; b)rispetto ai 650 milioni previsti ben 180 milioni sono stati destinati a spese di investimento (che però possono anche essere destinati al pagamento delle rate dei mutui). Si tratta di una somma di quasi tre volte superiore a quella prevista per il 2011, che determinerebbe l'effetto di assottigliare ancora una volta in misura significativa le risorse destinate a spese correnti che assorbono la gran parte del bilancio dei comuni.Federalismo fiscale. L’attuazione in Sicilia della Legge n. 42 del 2009 sul Federalismo Fiscale ha trovato notevoli difficoltà per i Comuni siciliani, che appaiono quelli maggiormente penalizzati dal processo di devoluzione. In particolare, in relazione a quanto previsto dall’art. 27 della citata Legge 42/2009, vi sono fondati dubbi sulla legittimità della estensione ai Comuni siciliani di alcuni decreti attuativi. In particolare la Corte Costituzionale, con sentenza 2-11 luglio 2012, n. 178 ha dichiarato, tra l’altro, l’illegittimità costituzionale del secondo periodo del comma 1 dell’articolo 37 del Decreto legislativo 118 del 2011. Fondati dubbi sussistono anche sull’applicazione dell’IMU per i Comuni siciliani. L’AnciSicilia,  anche alla luce della recente giurisprudenza della Corte Costituzionale,  sollecita la chiusura della trattativa a livello nazionale per le sue importantissime refluenze sui rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione e conseguentemente tra Regione siciliana ed enti locali. La trattativa dovrà tenere in considerazione le disposizioni previste dagli artt. 15, 22 e 27 della 42 del 2009 e quanto previsto dagli artt. 36 e 37 dello Statuto anche attraverso l’individuazione di eventuali strumenti di perequazione della minore capacità fiscale della nostra Regione (quali la compartecipazione alle accise dei prodotti petroliferi). Risorse del PO FESR. Secondo l’Associazione dei comuni siciliani è necessario riprogrammare il PO FESR alla luce delle elaborazioni progettuali formulate dagli enti locali e dal tessuto produttivo ed al fine di evitare il definanziamento.Rifiuti. Risanamento situazione debitoria degli Ato. Precari.  Prospettive di stabilizzazione. A fronte di queste richieste e dopo aver ascoltato gli interventi dei sindaci, il presidente della Regione, con l’obiettivo di avviare un tavolo di lavoro proficuo tra enti locali e Regione, ha assicurato un intervento immediato sul governo nazionale per sbloccare quei fondi che, una volta introitati, consentiranno al governo regionale di liberare le quote relative agli investimenti, assicurando, quindi, liquidità ai comuni dell’Isola entro il mese di dicembre. Carla Muliello

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