Trapani – di Rino Giacalone – Informativa e intercettazioni alla mano in Tribunale, davanti al collegio presieduto dal giudice Franco Messina con a latere i giudici Nodari e Badalucco, l’ispettore della Squadra Mobile di Trapani Giuseppe Cuciti, ha iniziato a illustrare la “geografia” mafiosa del mandamento di Alcamo. Lo ha fatto rispondendo alle domande del pm Pierangelo Padova.
Le indagini sono quelle finite sotto il nome di operazione “Eirene”, che misero in luce anche rapporti tra mafia e politica. Imputati sono tra gli altri due ex d’eccezione della politica alcamese, il senatore Nino Papania (da qualche giorno ai domiciliari, assente però all’udienza di ieri) e l’imprenditore Pasquale Perricone, ancora recluso al Pagliarelli di Palermo (in video conferenza è tra gli imputati che seguono il processo). Cuciti ha spiegato che attraverso anche spyware in un periodo compreso tra giugno 2021 e agosto 2023, la Polizia riuscì a ascoltare le conversazioni degli indagati. Intercettazioni che erano anche video e attraverso microspie collocate in ambienti e in automobili, compresa la Mercedes utilizzata per i suoi spostamenti dal senatore Papania. Indagini avviate per conoscere le dinamiche del mandamento mafioso di Alcamo e che finirono con il fare ascoltare gli accordi per i casi di voti di scambio politico mafioso, reato contestato a Papania e Perricone.
Al centro delle indagini l’alcamese Francesco “Cicco” Coppola, “personaggio una volta appartenente alle retrovie mafiose, ma che era riuscito a diventare il reggente del mandamento di Alcamo”. Altro personaggio Giosuè Di Gregorio, un alcamese emigrato a Trapani dove ha gestito un paio di ristoranti: “lui – ha detto l’ispettore Cuciti – era quello per così dire blasonato, godeva di una sorta di autonomia operativa, gestiva le controversie”. Diverse le intercettazioni citate dall’investigatore della Squadra Mobile di Trapani. Come quelle nelle quali Di Gregorio spiegava il rispetto dovuto alla “famiglia”, “porto rispetto alla famiglia come il cane verso il padrone”.
Tra gli episodi citati quello dell’incontro tra Perricone e Di Gregorio e dei soldi, duemila euro, dati “dal senatore Papania” per sostenere alle regionali del 2022 Angelo Rocca. Politico attento l’ex senatore. In auto parlando col suo fidato autista Piccichè spiegava perché non frequentava un certo bar di Alcamo, “io lì non ci vado perché è il quartiere generale di quello di via Veneto”. Ed in via Veneto “abitava Cicco Coppola – ha spiegato Cuciti – per noi evidente che a lui era rivolto il riferimento”. A fine udienza ha reso dichiarazioni spontanee dal carcere proprio l’imputato Di Gregorio. “Non conosco Papania e non gli ho mai stretto la mano, volevo partecipare a quella campagna elettorale come semplice cittadino, pensando di poter mettere in tasca almeno 10 euro…Perricone l’ho conosciuto in carcere, gli voglio bene”. Ha anche escluso conoscenze dirette con la famiglia mafiosa dei Greco, “quelli furono miei compagni di scuola, ai tempi della guerra di mafia non ero ad Alcamo, parlavo di loro per darmi un tono”