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Alcamo |

Il collezionismo non passa mai di moda

19 Aprile 2018 12:09, di Redazione
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 Il mondo del collezionismo è sempre molto in voga e raccoglie sempre più appassionati pronti a collezionare qualsiasi tipo di oggetto. Negli ultimi

 Il mondo del collezionismo è sempre molto in voga e raccoglie sempre più appassionati pronti a collezionare qualsiasi tipo di oggetto. Negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più la moda di collezionare gli oggetti tecnologici, come ad esempio il fax che ha una storia piuttosto interessante e che fa parte del nostro vissuto da decenni ed è per questo motivo diventato uno degli oggetti più familiari. Ci sono, poi, altri prodotti tecnologici che resteranno per sempre nei nostri ricordi e probabilmente anche nel nostro cuore. Sono quei dispositivi che hanno segnato un’epoca, che hanno fatto da spartiacque tra un pre ed un post. Oggetti come il videoregistratore, il mangiacassette e il mangiadischi, il Commodore 64, quest’ultimo anche con una versione moderna mini, il floppy disk ed il laserdisc. Il mangiadischi è uno degli oggetti più collezionati al mondo. Lanciato a fine anni ’60 sul mercato mondiale, ha rivoluzionato il modo in cui ascoltiamo musica. Fu il primo riproduttore musicale portatile e catapultò le note fuori dalle mura domestiche verso parchi e spiagge. Anziché gli usuali 33 giri, i mangiadischi erano realizzati per leggere dischi in vinile 45 giri da 7 pollici di diametro ed erano dotati di una testina speciale che, applicando maggiore pressione sul disco, evitava i salti di traccia e permetteva di tenere il dispositivo sia in verticale sia in orizzontale.Dal mangiacassette al walkman, come dimenticare questi due preziosissimi oggetti tecnologici? Tra la metà degli anni ’70 e la fine degli anni ’90 sono stati i riproduttori musicali preferiti, sia per la duttilità sia per la qualità e la fedeltà di riproduzione. I mangiacassette potevano essere utilizzati in casa (nei primi impianti hi-fi domestici), in auto o a passeggio. L’alta fedeltà musicale, invece, era assicurata dalla composizione chimica del nastro magnetico su cui venivano registrate le tracce musicali (a metà anni ’80, quando la diffusione di questi dispositivi raggiunse il suo apice, erano realizzati con composti al cromo o ferro-cromo), da sistemi di riduzione del rumore denominati Dolby e da testine di lettura sempre più performanti. Dall’estremo Oriente, poi, arrivò una tecnologia che prometteva di rivoluzionare il mondo della cinematografia e della discografia. Si tratta del laserdisc, un supporto di registrazione di plastica in tutto e per tutto simile agli odierni dvd e blu-ray disk, ma molto, molto più grande (il diametro era pari a quello di un vinile). Il laserdisc permetteva la registrazione di tracce video in formato analogico e tracce musicali sia in formato analogico che digitale. Per questo assicurava una qualità audio e video senza pari. A discapito, purtroppo, della durata. Questi supporti potevano essere registrati su entrambi i lati e ogni lato poteva contenere fino a 50 minuti di filmato: per un film di media durata, quindi, erano necessari entrambi i lati (per film più lunghi, come ad esempio Titanic, erano necessari due dischi o più). 

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