Il direttore della DIA: "Lotta alla mafia passa anche da lotta a riciclaggio"
Dal 1° gennaio 2016 ad oggi sono state circa 130.000 le segnalazioni di operazioni sospette, pervenute dall’Unità di Informazione finanziaria della Ba...
Dal 1° gennaio 2016 ad oggi sono state circa 130.000 le segnalazioni di operazioni sospette, pervenute dall’Unità di Informazione finanziaria della Banca d’Italia, analizzate dalla Direzione Investigativa Antimafia; di queste circa 30.000 sono state trasmesse alla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo perché ritenute d’interesse a fronte di un primo screening investigativo. Sono state, invece, 2.300 le “segnalazioni” trattenute dalla DIA perché ritenute meritevoli di ulteriori approfondimenti, sia sotto il profilo delle misure di prevenzione di carattere patrimoniale - sequestri e successive confische di beni - sia sotto il profilo investigativo giudiziario. Lo ha detto il direttore della DIA, Nunzio Ferla, sentito ieri dalle commissioni parlamentari riunite Finanze e Giustizia. Ferla ha aggiunto che "la crescente diversificazione del mondo criminale, la natura mutevole delle minacce costituite dal riciclaggio e la continua evoluzione della tecnologia e dei mezzi a disposizione dei criminali, impongono l’adozione di misure preventive finalizzate ad anticipare sempre di più la soglia di sbarramento ai condizionamenti criminali”. Il direttore della DIA è stato sentito sullo schema di decreto legislativo di attuazione della IV Direttiva europea sul contrasto al riciclaggio. Le norme ribadiscono l’attuale assetto istituzionale mantenendo una chiara distinzione dei ruoli con riferimento alla separazione tra il compito di analisi finanziaria, svolto dall’UIF della Banca d’Italia e le prerogative investigative attribuite alla DIA, per gli sviluppi connessi alla criminalità organizzata, e al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Nello schema di decreto legislativo, oltre alle norme della Direttiva comunitaria, sono state recepite le esperienze maturate nel corso dell’ultimo biennio. Ferla, in particolare, ha fatto riferimento al protocollo d’intesa siglato nel maggio del 2015 tra la Direzione Investigativa Antimafia e la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che ha “consentito di raggiungere l’ambizioso obiettivo di esaminare tutte le segnalazioni sospette pervenute e di definire procedure di raccordo info-investigativo grazie alle quali le segnalazioni confluiscono immediatamente alle Procure distrettuali se collegate a procedimenti penali in corso”. "Il riciclaggio - ha ribadito il direttore della DIA - è una minaccia grave per la comunità sociale. Le banche si confermano la categoria che fornisce il maggiore contributo ma si registra una non uniforme distribuzione delle segnalazioni non solo tra soggetti obbligati ma anche sul territorio nazionale, Lombardia, Lazio e Campania su tutte. Questa consapevolezza deve diffondersi sempre di più tra le categorie obbligate. Infatti, come ha ricordato dal presidente Mattarella, qualche giorno fa, a Locri 'la lotta alla mafia riguarda tutti e nessuno può chiamarsene fuori', arrivando in questo modo al cuore della questione mafiosa contemporanea”.
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