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Il gestore del cinema "Marconi" di Castelvetrano rifiuta la proiezione di "Iddu" - Trapani Oggi

Castelvetrano | Cronaca

Il gestore del cinema "Marconi" di Castelvetrano rifiuta la proiezione di "Iddu"

26 Settembre 2024 07:45, di Laura Spanò
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Il figlio dell'ex sindaco Tonino Vaccarino, Salvatore

Castelvetrano - Niente proiezione nel cinema "Marconi" di Castelvetrano per "Iddu", "l'ultimo padrino" che uscirĂ  in contemporanea in tutte le sale cinematografiche italiane il prossimo 10 ottobre. Un film che racconta la vita di Matteo Messina Denaro. Nel cinema, che storicamente appartiene alla famiglia di Tonino Vaccarino, non ci sarĂ  neppure l'anteprima con regista e attori. Il figlio dell'ex sindaco Tonino Vaccarino, Salvatore, ha infatti fatto sapere di non essere interessato ne alla proiezione del film in anteprima, prevista a Mazara e Trapani, ma neppure alla proiezione in futuro.

Nel film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, l'attore Tony Servillo interpreta la figura, definita per molti "poco chiara" che ha rapprensentato Tonino Vaccarino per tantissimi anni, e fin dai tempi in cui a comandare c'era don Ciccio Messina Denaro, padre di Matteo.

Il personaggio reale coinvolto è proprio Vaccarino che con Matteo Messina Denaro intrattenne una corrispondenza epistolare iniziata 2004, attraverso i "pizzini". Vaccarino e Messina Denaro si firmavano rispettivamente “Svetonio” e “Alessio”.

La collaborazione tra Vaccarino e il Sisde fu oggetto di una fuga di notizie in merito alla quale nessun fascicolo venne mai aperto dalla magistratura.

Ora il figlio ribadisce che non è interessato alla proiezione del film nel suo cinema. Il sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini ha invece ribadito che cercherà di convincere la famiglia Vaccarino a far proiettare il film.

La storia

Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, ex politico Dc è morto il 20 maggio 2021 all'età di 76 anni, mentre si trovava all'ospedale di Catanzaro, dove era stato ricoverato in terapia intensiva dopo aver contratto il Covid. La corte d'Appello di Palermo, accogliendo le istanze dei legali, aveva disposto il trasferimento di Vaccarino dal carcere ai domiciliari, per assenza di ulteriori "esigenze cautelari". Le sue condizioni erano peggiorate nelle ultime settimane, in seguito a un'operazione.

In carcere Vaccarino, politico dei misteri coinvolto in affari di mafia, massoneria, spionaggio, era finito nuovamente nell'aprile 2019: in primo grado venne condannato a sei anni perché avrebbe ricevuto da un colonnello dei carabinieri in servizio alla Dia di Caltanissetta uno stralcio di una intercettazione che avrebbe poi girato a Vincenzo Santangelo, titolare di un'agenzia funebre, con una vecchia condanna per mafia.

Antonio Vaccarino collaborò anche coi Servizi segreti, intrattenendo col boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro un rapporto epistolare tramite nomi in codice: lui si definiva "Svetonio", Messina Denaro "Alessio". L'obiettivo sarebbe stato quello di far catturare il capomafia, ma l'operazione non andò a buon fine. L'ex sindaco era in attesa anche di un processo di revisione per una vecchia condanna per traffico di droga e del processo d'Appello per la condanna del 2019.

6 maggio 2023

Gisella D'Angelo, vedova dell'ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino ha presentato un esposto alla magistratura a proposito della corrispondenza intercorsa tra il marito e l'allora latitante Matteo Messina Denaro, con lo pseudonimo di Svetonio il primo, e Alessio il secondo. L'ex sindaco collaborava con il Sisde di Mario Mori per la cattura di Messina Denaro.

Una consulenza tecnica, richiesta dalla magistratura aveva escluso la riferibilità a Matteo Messina Denaro delle missive inviate ad Antonio Vaccarino. «Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro e la pubblicazione delle foto dei “pizzini” ritrovati a casa della sorella del latitante - ho notato una notevole somiglianza con la grafia della lettera di minacce ricevuta da mio marito – afferma la signora D'Angelo -. Non essendo un’esperta ho dato incarico alla criminalista Katia Sartori, esperta in scienze forensi, perché effettuasse una comparazione grafica tra i diversi scritti, per fugare ogni dubbio in merito a chi scrivesse a mio marito. Dalle 237 pagine di perizia possiamo escludere che a scrivere a mio marito fosse una persona diversa da quella che scriveva a esponenti di primo piano di “Cosa nostra” e ai familiari del boss. Da quando fu svelata tutta l’attività svolta da mio marito con il Sisde è iniziato il nostro calvario, e oggi mi chiedo se non si sia trattato di attività di depistaggio».

La collaborazione tra Vaccarino e il Sisde fu oggetto di una fuga di notizie in merito alla quale nessun fascicolo venne mai aperto dalla magistratura. «Perché vennero “stoppate” le attività dei servizi segreti e bruciata la copertura di Vaccarino rendendo nota anche alla stampa la sua collaborazione? Spetterà alla magistratura – scrivono gli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo - disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti, e anche sulle ragioni che hanno portato presunti testimoni che con le loro dichiarazioni hanno screditato l’immagine di Vaccarino e le attività condotte all’epoca dal Sisde».

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