Il Pil cresce ma non troppo
Il Prodotto interno lordo italiano crescerà dello 0,6%. Èquanto prevede l'Istat per l'anno in corso, quindi meno di quanto stimato dal governo ( 0,8%)...
Il Prodotto interno lordo italiano crescerà dello 0,6%. Èquanto prevede l'Istat per l'anno in corso, quindi meno di quanto stimato dal governo ( 0,8%), e con un tasso di disoccupazione in aumento al 12,7%. Anche per il 2015 il Pil dovrebbe continuare a crescere con un aumento dell’1% ma, comunque, sotto l’1,3% stimato dal governo Renzi. I dati sono contenuti nel report “Le prospettive per l’economia italiana nel 2014-2015” pubblicato dall’Istat. Lo scorso novembre l’istituto aveva ipotizzato per l’anno in corso un Pil a 0,7% e una disoccupazione al 12,4%. Secondo l’Istat l’Italia è ormai al top della classifica tra i "big" Ue per la disoccupazione di lunga durata. «Nel 2013 — si legge nel rapporto — in Italia la quota dei disoccupati di lunga durata è risultata la più elevata tra i principali paesi europei, con un crescita rispetto all’anno precedente di circa 6 punti percentuali. Tale componente è cresciuta significativamente (circa il 56,4% del totale dei disoccupati, erano il 45,1% all’inizio della crisi), sia nel Mezzogiorno sia nel Nord-Est». Dal bonus di 80 euro deciso dal governo Renzi ci sarà «un minimo effetto positivo sui consumi privati nel 2014, con un effetto trascinamento» anche per i prossimi anni. Inoltre nell’anno in corso la spesa delle famiglie, dopo tre anni di riduzione, potrebbe segnare un aumento dello 0,2%. «Nel 2015 si prevede un ulteriore miglioramento con una crescita dei consumi delle famiglie pari allo 0,5»b, dato che potrebbe salire all’1% nel 2016. Dopo tre anni di riduzione quindi, per la prima volta, i consumi tornano a salire. «Il clima di fiducia risulta in recupero — fa sapere l’Istat — supportato dal miglioramento dei giudizi sulla situazione economica del paese e, per la prima volta da oltre un triennio, delle valutazioni sulle condizioni economiche della famiglia e sulle prospettive del mercato del lavoro». Il merito di questo incremento, anche se in misura «minima», è da attribuire alla decisione del governo di mettere in busta paga i famosi 80 euro. Ancora più ottimistiche sono le previsioni delle associazioni dei consumatori. Secondo Federconsumatori e Adusbef infatti il bonus di 80 euro in busta paga potrebbe determinare una ripresa dei consumi tra il 0,5 e il 0,6%.
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