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Il turismo sostenibile nel partenariato Enea e Amp

12 Luglio 2013 13:40, di Niki Mazzara
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Proseguono le attività del progetto Eco-innovazione Sicilia che l’ENEA, grazie alla collaborazione ed al supporto dell’Area marina protetta "Isole Ega...

Proseguono le attività del progetto Eco-innovazione Sicilia che l’ENEA, grazie alla collaborazione ed al supporto dell’Area marina protetta "Isole Egadi", sta portando avanti dal 2011 per favorire il turismo sostenibile nell'arcipelago, incentivando l’implementazione di nuove tecnologie. I ricercatori dell’ENEA hanno condotto rilievi su alcuni tratti del fondo marino utilizzando sofisticate strumentazioni, allo scopo di monitorare la morfologia e composizione del fondo marino e determinare le condizioni di salute della prateria di Posidonia oceanica delle Egadi, che è la più estesa del Mar Mediterraneo. Contemporaneamente, sono stati analizzati i depositi delle piante marine e delle alghe che ricoprono ampi tratti delle nostre coste, in quanto costituiscono degli utili indicatori dello stato di salute del mare. Sebbene questi abbancamenti (biomasse) siano considerati habitat naturali da proteggere e conservare (non dimentichiamo che sono molto utili anche per contrastare l’erosione delle coste), la loro presenza talvolta può comportare disagi per il turismo balneare. Secondo uno studio dell’ENEA del 2012, infatti, circa il 40% dei turisti che arrivano sulle Isole Egadi conosce l’importanza ecologica della posidonia (61%), ma associa ai depositi spiaggiati alcuni disagi riconducibili ad un fattore estetico (34%), al cattivo odore (36%), o alla ridotta superficie di spiaggia utile per la balneazione (30%). Si tratta di una percentuale ridotta, rispetto soprattutto ad altre località, ma comunque tanto significativa da doverne tener conto. E’ per tale motivo che il gruppo di ricercatori ed operatori costituito tra ENEA e AMP, coordinato dal Dott. Sergio Cappucci, sta implementando procedure e sperimentazioni che, una volta rimossi tutti i rifiuti eventualmente presenti lungo le spiagge, possano consentire di utilizzare le biomasse spiaggiate come risorsa naturale per: 1) eseguire interventi di riqualificazione delle spiagge; 2) produrre compost; 3) riqualificare tratti del fondo marino che mostrano i segni di regressione della prateria di Posidonia (dovuti, ad esempio, agli ancoraggi o allo strascico sotto costa). A tale scopo sono state realizzate delle “sacche” costituite da fibra di cocco naturale (una rete naturale biodegradabile al 100%), riempite di biomasse spiaggiate che saranno poi immerse in mare al termine della stagione turistica (prossimo autunno). Dato che il progetto “Eco-innovazione Sicilia” si concluderà nell’estate 2014, i successivi rilievi del fondo marino consentiranno di monitorare l’esito delle sperimentazioni condotte. “Se si dovessero ottenere i risultati sperati - dichiara Sergio Cappucci di ENEA- alcune tecniche utilizzate grazie alla professionalità fornita dal personale dell’AMP potrebbero anche essere brevettate”. Le altre attività condotte in questi giorni sono state: 1) l’affissione di cartelloni informativi per spiegare l’importanza della Posidonia oceanica e degli abbancamenti spiaggiati; 2) la rimozione dei rifiuti da alcune spiagge; 3) la formazione del personale dell’AMP finalizzato alla corretta gestione delle biomasse; 4) la movimentazione delle biomasse in interventi pilota nei siti litorali di Marasolo, Calamoni Vecchi e Cala Azzurra, a Favignana. Contemporaneamente, procede l’iter per il rilascio del marchio di qualità ambientale dei servizi turistici da parte dell’AMP, sempre in collaborazione con ENEA. Oltre 35 operatori tra servizi di ricettività, ristorazione, visite guidate, trasporto passeggeri, noleggio mezzi e centri di immersione ha aderito alla procedura di certificazione messa a punto dall’ENEA, e richiesto di ottenere il marchio di qualità ambientale dell’AMP. Le attività di audit (verifica dei requisiti ambientali previsti, obbligatori e facoltativi) sono in corso e alcuni esercizi hanno già positivamente superato la prova. “Sono tutti piccoli tasselli - dichiara il direttore dell’AMP, Stefano Donati – di un eco-mosaico ed ogni sperimentazione sarà studiata dall’AMP per poter favorire il più possibile l’economia locale, aumentando le opportunità di lavoro e valorizzando le professionalità della comunità Egadina”. Nel frattempo, il vero successo dell’iniziativa è stato l’interesse mostrato dai turisti, da alcuni concittadini e dagli operatori balneari particolarmente interessati all’utilizzo delle “reti naturali” per migliorare la fruibilità e l’accesso alle coste. Durante le fasi di realizzazione sono state molte le domande, ma anche i suggerimenti e le proposte per come rinforzare le reti od utilizzare per altri scopi i prodotti realizzati. Alcuni operatori si sono mostrati interessati a condurre sperimentazioni anche nelle aree date loro in concessione con tecniche analoghe e sempre in collaborazione con l’AMP. “Non si può quindi parlare solo di un progetto di ricerca o di indagini e studi accademici destinati a restare nei cassetti – dichiara il Sindaco di Favignana e Presidente dell’AMP Giuseppe Pagoto -. L’economia locale potrebbe trarre numerosi benefici dai risultati di questi interventi, perché quanto fino ad oggi realizzato dimostra che è possibile coniugare diverse esigenze ambientali, sociali ed economiche della comunità locale. Anche per questo motivo continua il sondaggio che l’AMP sta realizzando presso i turisti residenti e gli operatori, al fine di focalizzare l’attenzione sulle emergenze e sensibilità ambientali percepite dalle categorie.” Redazione

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