Immigrazione clandestina, la Guardia di Finanza ferma un presunto scafista
I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, in collaborazione con i colleghi della Tenenza di Ischia (NA), hanno dato esecuzione a
I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, in collaborazione con i colleghi della Tenenza di Ischia (NA), hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica di Marsala, a carico del 48enne Moncef Berhouma accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il provvedimento è nato a seguito delle indagini avviate dopo lo sbarco a Pantelleria di due tunisini avvenuto lo scorso mese di luglio. I due, privi di documenti di identità , sull’isola pantesca, erano stati poi trasferiti all’hotspot di Milo e uno di loro ha fornito dettagliate informazioni agli investigatori sulle modalità con cui avevano raggiunto l’isola. In particolare, il migrante ha riferito di aver pagato 4.000 dinari - circa 1.700 euro - per affrontare il viaggio a bordo di un gommone lungo circa 3 metri, equipaggiato con un motore da 5 cavalli, partito da Kelibia, una delle principali località da cui originano i traffici di migranti tunisini diretti sulle coste del Trapanese. La destinazione pattuita era la costa tra Marsala e Mazara del Vallo ma lo scafista, raggirando i suoi ignari clienti, è approdato a Pantelleria, dopo un viaggio durato oltre 14 ore. Gli elementi indiziari raccolti dai finanzieri della Compagnia di Marsala e anche tramite le intercettazioni telefoniche nel frattempo avviate sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno consentito di individuare lo scafista tunisino che, dopo aver lasciato Pantelleria, aveva trovato rifugio sull’isola di Ischia dove vivono la moglie e la figlia e dove è stato fermato dai finanzieri della locale Tenenza che lo hanno condotto al carcere di Poggioreale. L'uomo è risultato, peraltro, già gravato da numerosi precedenti di polizia, anche specifici. Nel corso delle indagini è emerso anche che Berhouma era in procinto di organizzare nuovi e più lucrosi viaggi tra la Tunisia e la Sicilia utilizzando imbarcazioni più grandi per trasportare un maggior numero di persone con un introito minimo stimato di 15-20mila euro a viaggio.
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