"Incompatibilità", Fazio diffida il presidente Bianco a concludere il procedimento
Il consigliere comunale Girolamo Fazio ha depositato ieri, presso il Protocollo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale, un atto di diffida ...
Il consigliere comunale Girolamo Fazio ha depositato ieri, presso il Protocollo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale, un atto di diffida con il quale invita il presidente, Giuseppe Bianco, a porre «all’ordine del giorno la verifica della sussistenza o meno della presunta incompatibilità (ai sensi dell’art. 14 L.r. n. 31 del 24 giugno 1986)». Incompatibilità che secondo il sindaco Vito Damiano, che per primo ha sollevato la questione con una lettera a Bianco, deriverebbe dalla causa, pendente innanzi il Tribunale di Trapani, nella quale Fazio sarebbe considerato «parte contrapposta al Comune di Trapani chiamato in garanzia per responsabilità oggettiva e solidale per il risarcimento dei danni chiesti da Vito Dolce». Fazio, lo scorso 3 luglio, scorso presentò una memoria alla Presidenza del Consiglio comunale nella quale sono contenute le sue controdeduzioni contro questa "presunta eccezione di incompatibilità " al ruolo di consigliere comunale. Da allora, però, tutto tace. "Il presidente Bianco - afferma Fazio in una nota stampa - non ha chiuso, né ha promosso alcuna iniziativa come gli impone la legge per definire il procedimento avviato. Invece, è tutto fermo nel limbo della incompiutezza in attesa, secondo alcuni, di tempi migliori"- Scopo della diffida è di ottenere la conclusione del procedimento amministrativo "con l’adozione di un provvedimento espresso". "Credo sia onesto e di massima trasparenza giungere ad una conclusione del provvedimento in una direzione o nell’altra – afferma Fazio –. Alcuni organi di stampa hanno anche ventilato l’ipotesi che è intenzione di alcune parti politiche frapporre quanti più ostacoli possibili tra me è la candidatura alla carica di sindaco. Una vera e propria strategia, non dichiarata ma palese nei fatti – aggiunge il consigliere comunale –, nell’alveo della quale si ascriverebbe anche il tentativo di giungere in prossimità della campagna elettorale per le amministrative in questa situazione di incertezza e confusione, così da subdolamente inquinare la competizione democratica con voci, allusioni e una cortina fumogena di menzogne sulla mia presunta incompatibilità confondendo quest'ultima con l'incandidabilità . Non posso, di conseguenza, tollerare che si perpetui questo immobilismo di comodo sine die". "Se vi sono le ragioni – conclude Fazio – il presidente del Consiglio Bianco porti in aula una delibera che dichiari la mia incompatibilità sopravvenuta, sia l’aula di Palazzo Cavarretta a decidere, con scienza delle carte depositate e piena coscienza dei fatti, oppure chiuda il procedimento. In caso contrario, qualora voglia dilazionare ancora ogni decisione, se ne assuma la responsabilità sotto ogni profilo: politico, amministrativo, civilistico e penale". L’atto di diffida, infatti, vale anche come intimazione propedeutica alla richiesta di risarcimento per un eventuale pregiudizio causato dall’inerzia dell’Amministrazione, come intimazione propedeutica alla richiesta di indennizzo e come diffida ai sensi dell’art. 328, comma 2, Codice Penale (Rifiuto ed omissione di atti d’ufficio).
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