Inseguimento a colpi di pistola, 46enne arrestato per tentato omidicio
Aveva sparato almeno sei colpi di pistola contro un uomo di 33 anni che, solo per caso, si era salvato. A finire in manette, con l'accusa di tentato o...
Aveva sparato almeno sei colpi di pistola contro un uomo di 33 anni che, solo per caso, si era salvato. A finire in manette, con l'accusa di tentato omidicio, è stato il 46enne trapanese Giuseppe La Francesca. L'episodio è avvenuto lo scorso 18 maggio nel quartiere trapanese di Fontanelle-Milo, da molti indicato come "il Bronx" cittadino. La vittima era riuscita a fuggire a piedi verso la sua abitazione, correndo a zig zag, mentre La Francesca la inseguiva sparando. Poi l'uomo si era nascosto sotto un'auto parcheggiata inducendo il suo aggressore a desistere e tornare sui suoi passi. Dei colpi sparati solo uno era andato a segno e aveva raggiunto il 33enne alla gamba destra. E proprio mentre si recava in ospedale, a bordo dell'auto condotta dalla sorella, per farsi medicare, l'uomo era stato intercettato e fermato da una pattuglia della Volante insospettita dalla velocità alla quale la vettura procedeva. Il ferito aveva riferito ai poliziotti che qualcuno gli aveva sparato ma senza dire chi fosse. Gli uomini della Sezione Omicidi della Squadra Mobile trapanese hanno poi accertato che la vittima sapeva bene chi era stato a sparargli ma che, probabilmente, stava meditando una ritorsione nei suoi confronti. Sembrerebbe anche, dal racconto fatto agli investigatori dallo stesso ferito, che l'obiettivo non fosse lui ma un altro pregiudicato trapanese suo amico, individuato poi dagli investigatori. Con quest’altra persona La Francesca aveva avuto un violento litigio, nella tarda serata del giorno precedente, nato dal modo di parcheggiare alcune autovetture ma, in realtà - riferiscono gli investigatori della Mobile - dovuto a vecchi attriti fra famiglie dedite a traffici illeciti. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, dopo quel litigio, il 46enne pregiudicato era andato a prendere la pistola, che deteneva illegalmente, e - intorno alle 2 - si era appostato in via Sceusa in attesa del passaggio della vittima. Durante l’agguato un altro uomo che era con lui gli avrebbe gridato di smettere di sparare perché quello non era l’obiettivo ma ormai l’inseguimento era iniziato e diversi colpi di pistola erano stati già esplosi contro la persona sbagliata. Dai numerosi interrogatori condotti dagli agenti della Squadra Mobile, coordinati dai pubblici ministeri Franco Belvisi e Anna Trinchillo, è emerso che diversi familiari e amici della vittima e dello stesso aggressore sapevano quanto accaduto ma nessuno ha parlato per indirizzare la Polizia nella giusta direzione. Giuseppe La Francesca è stato condotto alla Casa circondariale di Trapani a disposizione dell'Autorità giudiziaria.
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