Isole di plastica negli oceani, a Mozia 5 milioni di tappi per gridare "Aiuto"
Cinque milioni di tappi di plastica colorata usati racchiusi in gabbioni metallici a delineare, in uno spazio quadrangolare, la parola "Help" traccia...
Cinque milioni di tappi di plastica colorata usati racchiusi in gabbioni metallici a delineare, in uno spazio quadrangolare, la parola "Help" [ndr: che significa "Aiuto" in Italiano] tracciata sul terreno con grandi lettere tridimensionali alte fino a 4 metri ciascuna per una estensione totale di circa 1.500 metri quadrati. E' l'imponente installazione 'Help, l’Età della plastica', visibile anche dagli aerei che sorvoleranno la Sicilia Nord occidentale, soprattutto di notte, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci che sarà visitabile da sabato prossimo, 24 settembre, fino all’8 gennaio 2017 sull'isola di Mozia. L'operazione è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Whitaker, nell’ambito del progetto Wasteland-The Garbage Patch State, diretto da Paola Pardini, che si è sviluppato a partire dal 2013 con il coinvolgimento di organismi internazionali, aziende, fondazioni, associazioni, università . In particolare, l’Università Roma Tre e l’Università degli Studi di Palermo si sono impegnate attivamente nella promozione dell’evento di Mozia, creando una catena di sensibilizzazione per la raccolta dei materiali plastici su vasta scala. Maria Cristina Finucci utilizza il linguaggio dell’arte per sensibilizzare i rappresentanti della società civile sul tema delle enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani di tutto il globo. Secondo l'Agenzia ambientale governativa americana Noaa queste isole, formate da spazzatura e composte al 90% da materiali plastici, possono arrivare a occupare una superficie totale pari a circa 16 milioni di chilometri quadrati. Per questo l’11 aprile del 2013 a Parigi, nella sede dell’Unesco, l’artista ha simbolicamente ufficializzato il Garbage Patch State come una vera e propria Nazione, dotata di una bandiera, una costituzione, delle leggi e delle ambasciate. Un modo, quello dell'artista, per dare un’immagine a un fenomeno sfuggente, la plastica corrosa dal mare e disgregata nell’acqua - a cui si aggiunge il pulviscolo della microplastica - che entra anche nella catena alimentare degli organismi marini giungendo fino alle nostre tavole - attraverso la creazione di un'immagine concreta del Garbage Patch. Le installazioni dedicate a questa emergenza sono state realizzate in varie città del mondo: a Parigi nel padiglione centrale dell’Unesco (2013) e alla Conferenza Mondiale sul Clima (2015), a Venezia in occasione della Biennale Arte (2013 e 2014), a Madrid (2014), a Roma presso il Maxxi (2014), a New York all’interno della sede dell’Onu (2014) e all'Expo di Milano lo scorso anno.
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