La Dia confisca beni per oltre 45 milioni di euro all'imprenditore Amodeo
Il provvedimento è stato eseguito oggi
Beni per un valore di oltre 45 milioni di euro sono stati confiscati stamane dalla Dia di Trapani al 64enne imprenditore Giuseppe Amodeo, originario di Alcamo, e ai suoi familiari in esecuzione del decreto emesso dalla Corte d’Appello di Palermo.
Amodeo, imprenditore noto nel territorio trapanese per le attivitĂ nel settore edilizio e in quello turistico-alberghiero, da anni ha spostato il centro dei suoi interessi a Castelvetrano dove gestiva con la famiglia una rinomata struttura alberghiera, con annessa sala ricevimenti, situata lungo la strada che conduce al parco archeologico di Selinunte.
Nella seconda metà degli anni Novanta, era rimasto coinvolto in una vasta indagine che portò alla luce gli intrecci tra mafia ed imprenditoria nel capoluogo trapanese. Nel luglio 1998, insieme a numerosi altri imprenditori, fu arrestato in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo con cui gli veniva contestato il concorso in associazione mafiosa, in quanto ritenuto imprenditore “a disposizione” di Vincenzo Virga e Antonino Melodia, autorevoli esponenti dei mandamenti di Trapani e Alcamo, attualmente all’ergastolo.
Virga sarebbe stato socio occulto di Amodeo, e di altri imprenditori compiacenti, in alcune attivitĂ di speculazione edilizia nella provincia.
Il procedimento penale si concluse per Amodeo con sentenza di condanna (a seguito di patteggiamento) ad un anno e quattro mesi di reclusione, previa derubricazione del reato di concorso in associazione mafiosa in quello di favoreggiamento, con l’aggravate specifica di aver agevolato la commissione del reato di cui all’art. 416 bis del Codice penale.
L'imprenditore è stato anche processato e condannato, con sentenza divenuta definitiva nel 2017, per truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea per aver illecitamente percepito finanziamenti pubblici destinati alla realizzazione di attività imprenditoriali nel settore turistico.
Anche in seguito a questi fatti la Dia ha eseguito una serie di accertamenti per verificare l’origine del patrimonio accumulato nel tempo e l’eventuale correlazione con i reati contestatigli che hanno portato alla proposta di sequestro e confisca, depositata presso il Tribunale di Trapani.
In sede cautelare, la Sezione Penale e Misure di Prevenzione di quel Tribunale ordinò il sequestro dell’intero patrimonio di Giuseppe Amodeo e, al termine del procedimento, con decreto del 2016, dispose la confisca dei beni per un valore equivalente all’importo di soli due milioni di euro.
A seguito di ricorso proposto dalla Procura della Repubblica di Palermo, la Sezione Quinta penale e Misure di Prevenzione della Corte d'Appello, ha riformato il provvedimento di primo grado ritenendo che la quasi totalità dell’ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare da lui accumulato era riferito al periodo in cui aveva avuto rapporti con la mafia.
A carico dell'imprenditore alcamese la Corte ha pure riconosciuto più recenti manifestazioni di pericolosità sociale, legate all’evasione fiscale e alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Con il provvedimento eseguito stamane sono stati sottoposti a definitiva confisca, in tutto o in parte, i compendi aziendali ed il relativo capitale sociale delle societĂ Amodeo Costruzioni srl, Eat& Fly srl, Dedalo srl, Cange Hotel srl, SocietĂ semplice AC di Francesca Impellizzeri e 159 tra terreni e fabbricati (sia ad uso abitativo sia ricettivo), partecipazioni societarie, beni mobili registrati e disponibilitĂ finanziarie, per un valore complessivo di oltre 45 milioni di euro.
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