La Fondazione Architetti della Provincia di Trapani chiede un confronto con le Istituzioni su Incendi, riscaldamento globale, desertificazione:
Attenzionare i temi “scottanti” del riscaldamento globale, degli incendi dolosi, della desertificazione e dei cambiamenti in atto sul paes
Attenzionare i temi “scottanti” del riscaldamento globale, degli incendi dolosi, della desertificazione e dei cambiamenti in atto sul paesaggio con l’obiettivo di individuare insieme azioni di ripresa e di resilienza del territorio trapanese.
Questo quanto propone la Fondazione Architetti della Provincia di Trapani che chiama alla raccolta professionisti del settore, agronomi, architetti, rappresentanti delle Istituzioni ì.
Così  la Fondazione ha organizzato un ciclo di tavole rotonde in remoto sui temi che riguardano gli scenari che si prospettano negli eventi fisici-meteorologici e nella comunicazione mediatica geopolitica. Eventi a cui, nella consapevolezza della necessità di un confronto interdisciplinare, sono stati invitati anche il Prefetto, il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Trapani e i Sindaci del Consorzio in modo da aprire un dibattito scientifico congiunto.
La prima delle tavole rotonde ha visto la partecipazione del prof. agr. Giovanni Curatolo, già titolare della cattedra di Paesaggistica UNI Palermo, dell’arch. Carlo Foderà , consigliere nazionale e presidente dell’Associazione Amici della Terra sezione di Trapani e del dott. Giorgio Geraci, psichiatra, già responsabile del Centro Diurno ASP di Trapani.
Evidenziando la relazione tra cambiamento del clima ed incendi, il prof. Giovanni Curatolo ha sottolineato anche le conseguenze dell’innalzamento delle temperature sulla capacità produttiva delle colture agricole, scenario aggravato ulteriormente dagli incendi. “La valorizzazione delle risorse umane e le competenze scientifiche consentirebbero di rafforzare la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali attraverso una migliore gestione del territorio. Inoltre va sottolineato che risulta necessario incentivare pratiche di selvicoltura preventiva, soprattutto nelle zone dove la macchia mediterranea confina con la città o la campagna” – ha detto Curatolo -  Va studiata la pericolosità dei siti per verificare la probabilità di innesco in una certa area e la difficoltà di estinguerlo mettendo in atto un Piano di Prevenzione e Vigilanza al fine di rendere più facile l’estinzione degli incendi.”
 L’architetto  Carlo Foderà ha ricordato inoltre come, secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), la Sicilia sia la regione italiana a maggiore rischio di desertificazione. “Ad accentuare il pericolo non sono solo i quantitativi pluviometrici, ma l’andamento delle piogge con forti differenziazioni territoriali. Tutto ciò avviene in un contesto nel quale molte dighe non funzionano, anche perché spesso non sono mai state collaudate e, più in generale, non esiste nessuna politica di accumulo e di riutilizzo delle acque reflue depurate”. Da qui la necessità di potenziare l’attività di prevenzione attraverso il ripristino del Corpo Forestale- ha detto Foderà - e un’efficace messa a punto delle risorse materiali e umane.. “Secondo i dati forniti dall’Arma dei Carabinieri, solo nel 2020, oltre il 40% dei comuni non ha presentato la richiesta del catasto degli incendi. Se abbiamo catasti fermi da anni significa che abbiamo centinaia di migliaia di ettari che non sono sotto tutela, e dove paradossalmente è consentita l’attività venatoria, è consentita l’attività di pascolo e, cosa ancor peggiore, sono consentite le attività di trasformazione urbanistica” .
“Siamo dinanzi ad una condizione complessa e multiforme, imprevista e dal decorso imprevedibile; per le caratteristiche di questo virus, ma anche per le evidenti difficoltà delle nostre popolazioni nel saperne contenere la diffusione” – ha aggiunto inoltre il dott. Giorgio Geraci nell’affrontare il tema dell’incertezza in cui attualmente si vive.
“Stiamo organizzando altre tavole rotonde multidisciplinari – ha commentato infine il Presidente della Fondazione Archetti della Provincia di Trapani, arch. Vito Mancuso – Ci auguriamo che i rappresentanti delle Istituzioni che abbiamo voluto coinvolgere rispondano al nostro invito e che si possa iniziare un confronto fattivo su queste urgenti tematiche”.
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