L'assessore Razza interviene su chiusura indagine "falsi dati Covid"
Per il presidente della Commissione Antimafia Fava: moralmente decaduto da assessore
«L’avviso di conclusione delle indagini è un atto a garanzia della difesa. Da una prima lettura delle contestazioni sembrerebbe che le indagini abbiano consentito di accertare che non c’è mai stata una valutazione erronea sulla fascia di collocazione della nostra Regione da parte del Ministero, come originariamente ipotizzato, che nessuna «zona rossa» è stata rinviata e occultata», commenta l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.
“Oggi vengono in evidenza - aggiunge Razza - alcune discrasie sul ‘form giornalierò che, come mi è sempre stato spiegato, venivano recuperate settimanalmente e che, pertanto, non hanno determinato alcuna incidenza sul quadro epidemiologico. Su queste lavoreremo con i consulenti tecnici anche perché permane una divergente valutazione con l’Ufficio del Pubblico ministero sul computo dei dati, che non potevano a nostro avviso essere considerati a cadenza giornaliera, come previsto e come nei fatti operato da tutte le altre Regioni. Speriamo - chiosa l’assessore Razza - di poterlo adesso ulteriormente chiarire nel corso della fase di difesa che si apre con l’avviso notificato, mantenendo la stessa ottica di rispetto dell’attività degli inquirenti e di confronto tra tesi giuridiche divergenti che abbiamo seguito sino ad ora».
Fava: moralmente decaduto da assessore
«Al di là del rilievo penale, sul quale altri giudici dovranno pronunciarsi, le accuse della Procura della Repubblica di Palermo nei confronti dell’assessore Razza e dei suoi più stretti collaboratori confermano un fatto, in sé moralmente più grave dell’ipotesi di reato. Quello cioè che sulle piattaforme informatiche del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità furono caricati dati falsi sul Covid», attacca Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana . «Di fronte a questa certezza, non può che indignare il tradimento del patto di lealtà con i siciliani rispetto alla tutela della loro salute. Indignazione - aggiunge Fava - che va ben oltre il ‘disegno criminosò di cui parla la Procura. Qualunque cosa decida di fare Razza, da oggi moralmente non è più l’assessore alla salute di alcuno».
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