"Lavoro e il-legalità", incontro a palazzo del Seminario
"Ripartire dalla Costituzione e dall'etica del lavoro", questo l'invito giunto oggi, nel corso dell'incontro organizzato a palazzo del Seminario vesco...
"Ripartire dalla Costituzione e dall'etica del lavoro", questo l'invito giunto oggi, nel corso dell'incontro organizzato a palazzo del Seminario vescovile dal Comune di Erice, dal pm del Tribunale di Trapani Andrea Tarondo. Il magistrato, davanti ad una platea in larga parte composta dagli allievi delle scuole del territorio ericino, ha scattato una fotografia degli interessi e delle attività di cosa nostra sul territorio trapanese: dall'agricoltura all'industria, dalla grande distribuzione alla sanità , dal turismo all'edilizia, dalla gestione di finanziarie a quella di altre attività nel terziario. "Dobbiamo agire per espellere i mafiosi dalla società e non chi denuncia o collabora con la giustizia - ha detto il magistrato - non lasciare queste persone isolate è fondamentale". Un tema sul quale Tarondo si è particolarmente soffermato è stato quello dei beni sottratti alla mafia. "E' necessario rendere più efficace la gestione dei beni confiscati, facendoli diventare una risorsa per le comunità locali. I cittadini devono rendersi conto con immediatezza dei benefici, cosa che con il sistema attuale non sempre avviene". I beni confiscati, quindi, come volano per le economie locali, in sofferenza a causa della crisi economica che investe il nostro Paese, e opportunità per i giovani. Tarondo ha citato l'esempio "virtuoso" della Calcestruzzi Ericina che, dopo essere stata confiscata, è stata affidata ad una cooperativa costituita dagli stessi lavoratori che, in questo modo, hanno evitato di perdere il lavoro e hanno riportato nell'alveo della legalità l'azienda che fu del boss mafioso Vincenzo Virga. "La giustizia crea occasioni - ha concluso il magistrato - spazi vuoti dal malaffare che sta poi a tutti noi e allo Stato riempire di diritti e non di soprusi". L'intervento del vice presidente nazionale di Confindustria Ivan Lo Bello si è incentrato sulla questione delle complicità e contiguità tra politica e mafia: "Bisogna prendere le distanze da chi favorisce i mafiosi, a prescindere dalle condanne penali, perché queste persone che danneggiano la comunità ", ha affermato l'imprenditore siciliano con un chiaro riferimento ai parlamentari siciliani i cui nomi sono presenti negli atti giudiziari che hanno portato all'operazione della Dia nei confronti dell'impreditore alcamese Vito Nicastri. "Si tratta di un'esigenza di trasparenza, legata al ruolo pubblico che queste persone ricoprono - ha concluso Lo Bello - Chiunque abbia avuto rapporti con realtà mafiose deve spiegare la sostanza e le circostanze in cui sono avvenuti".
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