Libri: Sciascia e la giustizia.
Un bel saggio di Amodio e Catalano pubblicato da Sellerio.
Ennio Amodio ed Elena Maria Catalano nel saggio " La sconfitta della ragione" edito da Sellerio ripercorrono l'itinerario letterario ma soprattutto civile di Sciascia sul tema della giustizia 'tradita'. Molte opere dello scrittore di Racalmuto - per chi avesse anche solo una piccola frequentazione con quei capolavori letterari lo sa bene- hanno come temi centrali il tentativo di comprendere come mai la ragione finisca per essere sopraffatta dall'arbitrio.
I due autori come professione sono dei docenti all'università di procedura penale , quella proposta da entrambi è un'analisi delle posizioni di Sciascia attraverso l'ottica dei professionisti del diritto. Ne condividono prima di tutto il " rifiuto del misticismo giudiziario". Gianni Puglisi, nella sua prefazione, sostiene come lo scrittore abbia scelto una dimensione critico-logica, " ispirandosi ai valori della libertà individuale e sociale e non soggiacendo ad alcun tipo di prevaricazione politica e sociale".
Secondo Amodio e Catalano, il richiamo fortissimo all'Illuminismo presente nelle sue opere punterebbe alla radicale riforma della giustizia, alla denuncia della fragilità del percorso indiziario, alle distorsioni e disfunzionalità della macchina della giustizia e alla riscoperta dei diritti dell'uomo e quindi al finale primato della ragione. Questa visione della giustizia viene fuori sia dai suoi romanzi polizieschi come " Il giorno della civetta"; " A ciascuno il suo"; " Il contesto";- così diversi dal genere del giallo classicamente inteso e così indirizzati a valorizzare il ruolo dei funzionari minori fedeli alle istituzioni e alle leggi ma destinati alla sconfitta perchè schiacciati dalle trame del potere; quello che diceva Cicerone, insomma, " sono schiavo della Legge" non sempre porta effetti benefici.
Quello che accade al giudice di " Porte aperte" è esattamente questo e al capitano Bellodi del " Giorno della Civetta". Fortissima era pure la diffidenza di Sciascia sia verso lo spettro dell'errore giudiziario sia, dall'altro lato, verso 'i professionisti dell'antimafia', l'ultimo caso su cui la preoccupazione dello scrittore per la formazione di un nuovo sistema di potere gli portò le polemiche più dure. Eppure , notano Amodio e Casadio, il suo poteva essere classificato come un " illuminismo ben temperato" che con il mezzo della critica cercava di sfuggire al rischio della spettacolarizzazione della giustizia e della deriva dell'ingiustizia.
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