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Luisa Rancatore, travolta dallo “Scirocco”

05 Giugno 2018 12:18, di Redazione
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Èuna della principali collaboratrici di Peppe Bologna nella corsa dell’ex editore di Telescirocco a sindaco di Trapani. Con lui sin dai primi vagiti d...

Èuna della principali collaboratrici di Peppe Bologna nella corsa dell’ex editore di Telescirocco a sindaco di Trapani. Con lui sin dai primi vagiti della lista, Luisa Rancatore, docente della scuola dell’infanzia, una laurea in filosofia, un master, candidata nella lista “Scirocco per Trapani”, a pochi giorni dalle elezioni tira un poco le somme sulla attività svolta. Come va la campagna elettorale per Peppe Bologna e per la vostra lista “Scirocco per Trapani”? Va, e va bene! Ho la percezione netta d’esser sempre più graditi alla gente. Non a caso, ho parlato di percezione, perché la percezione si riconduce, in psicologia, alla sfera sensoriale, ai sensi appunto, a ciò che è fisico e, quindi, reale. Cosa pensa di ciò che sta accadendo nella realtà politica locale di questi giorni? Sento, ascolto e, quando ascolto disonesti blaterare di onestà o quando ascolto finti onesti praticare subdole disonestà, m’indigno! Ma che politico è chi, per raccogliere consensi, si rivolge all’istinto della gente, ormai stanca e provata da una reale presenza di certa brutta politica che si ripropone con “abiti” diversi, senza guidarne la ragione?! Il gioco si fa duro? Sì, il gioco si fa duro e quando il gioco si fa duro non è necessario giocare a fare i duri, no! Bisogna solo cominciare a ragionare con la matura consapevolezza che, per uscire da certe situazioni di “malapolitica”, intrisa di falsa legalità, di perbenismo di facciata, di passerelle istrioniche, di alterigia moraleggiante, bisogna accrescere l’impegno per dare sostegno a chi profuma di libertà. Noi, di “Scirocco per Trapani” con Peppe Bologna, profumiamo di libertà: ecco perché auspico che sempre più persone ci aiutino in questo nostro percorso intrapreso da tempo, con la volontà di dare un taglio ad una certa politica non sana. Non vogliamo la reiterata ripetizione di certi “cliches”: per questo voglio una nuova città che rinasca col vento che cambia, coesa in tal senso e libera da certi automatismi politici colonizzanti. Secondo lei, Trapani può sognare in grande? Certo che sì! Trapani può e deve sognare in grande: non abbiamo alternative. Ma se voteremo sempre le stesse facce che, da decenni, hanno causato questo deprimente stato di cose, non ci sarà molto da sognare. Noi vogliamo seppellire il disastroso passato di cui la nostra città porta segni, ferite, cicatrici. Vede, votare per noi, votare per “Scirocco per Trapani” non equivale solo ad un voto di protesta, espressione questa assai abusata e, peraltro, priva di sostanza, ma equivale ad un voto di proposta, di sana proposta. Una proposta plurale, fatta di contenuti, non improvvisati ma pensati, definiti, motivati, tutti evidenti nel nostro programma elettorale redatto da mesi, spunto ( e ciò ci lusinga!) peraltro per altri programmi presenti in questa tornata elettorale, un programma che si è nutrito della voce diretta di migliaia di cittadini, tramite dei sondaggi agli stessi capillarmente proposti nei mesi passati. Che sindaco sarà Peppe Bologna? Sarà il sindaco della discontinuità, un sindaco trapanese di Trapani e per Trapani, un sindaco capace, competente, diretto, uno che dice le cose e non scappa, capace di fare chiarezza e di smuovere le acque senza nascondersi dietro un ipocrita “no comment”. Sono certa che sarà un sindaco di polso, che riuscirà a snellire e rendere il Comune più vicino ai cittadini ed a tutelare realmente le loro speranze ed i loro interessi. Lei cosa dice ai giovani? Cosa possono dare a questa città e cosa può fare un consigliere comunale per loro? Non faccio promesse populiste, non mi appartengono. Dico che voglio, con loro, condividere il mio impegno, quello di una testarda che quando si mette una cosa in testa fa di tutto per realizzarla. I giovani sono il carburante di una civiltà. Una città senza giovani è destinata a morire. I giovani possono dare molto a questa città, ma non tutti, solo quelli che non smettono di sognare e difendere con rabbia democratica il loro sogno, quelli che no aspettano il lavoro promesso dal politico di turno, quelli che vogliono una comunità plurale, quelli che leggono, che s’informano, quelli che scelgono. Un consigliere comunale per loro deve essere un incendiario, non un pompiere, un orecchio gigante, non un silenziatore. Questo è ciò che penso e che voglio.

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