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Alcamo | Cronaca

Mafia, sequestrati beni per 8 mln di euro a quattro imprenditori

22 Aprile 2016 08:03, di Ornella Fulco
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Beni, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, sono stati sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale e del ROS, agli imprenditori alca...

Beni, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, sono stati sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale e del ROS, agli imprenditori alcamesi Francesco, Nicolò e Leonardo Coppola e al loro prestanome Gaetano Manno. I quattro sono indagati nell’ambito dell’operazione “Alqamah” per intestazione fittizia di beni. I provvedimenti ablativi, richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno interessato, in particolare, Alcamo e Salemi e riguardato, complessivamente, cinque società (tra cui tre imprese individuali), ventisette beni immobili, otto autoveicoli e quarantatrè tra rapporti bancari e polizze assicurative. L’intervento scaturisce da un’articolata attività investigativa, avviata nel maggio 2011 dagli uomini dell'Arma di Trapani e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, finalizzata alla disarticolazione della famiglia mafiosa di Alcamo. L’indagine aveva documentato l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili a soggetti condannati, con sentenze passate in giudicato, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni. Gli accertamenti patrimoniali hanno messo in evidenza come Nicolò Coppola, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza dal 2007 al 2009, si sia avvalso del padre Francesco e del fratello Leonardo e di Gaetano Manno - già denunciato per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione “Bagolino”, insieme con Antonino Bonura, reggente della “famiglia” di Alcamo - per intestare loro le quote della Trasport Scavi srl. La società è risultata costituita ad hoc per eseguire lavori edili sia privati, come il parco eolico di Alcamo e Partinico realizzato grazie ai rapporti con l’imprenditore mafioso Angelo Salvatore, sia pubblici come la sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo-Castellammare del Golfo, godendo della protezione e dell’apporto favorevole dell’organizzazione mafiosa. Gli investigatori hanno documentato un’articolata serie di cessioni e passaggi di quote che hanno consentito a Nicolò Coppola di continuare ad operare nel settore edile, ricavando profitti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi dalle limitazioni derivanti dalle misure di prevenzione personale e patrimoniale a cui era già sottoposto. Sempre dalle indagini sono emerse la creazione di un'altra società, la L.C.S. srl - costituita da Francesco Coppola e da Gaetano Manno, per aggiudicarsi, in regime d’urgenza, i lavori per la messa in sicurezza della discarica di contrada Vallone Monaco di Alcamo - e la natura fittizia di un atto stipulato da Gaetano Manno e dal fratello Saverio per la compravendita di una palazzina ubicata al centro di Alcamo, realizzata abusivamente negli anni Novanta da Manno.

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