Mafia, sottratti beni per 1,5 miliardi agli eredi dell'imprenditore Carmelo Patti [VIDEO]
Eseguito stamattina il decreto di sequestro e confisca emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del direttore nazionale della DIA
Un decreto di sequestro e confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani su proposta del direttore nazionale della DIA, è stato eseguito stamattina nei confronti degli eredi dell'imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano, già proprietario, dal 1998, della ex Valtur e scomparso due anni fa all'età di 82 anni. L'importante catena turistica è stata messa all’asta dal commissario giudiziale lo scorso luglio e acquisita da un tour operator pugliese.
Il procedimento riguarda un patrimonio stimato prudenzialmente in oltre 1,5 miliardi di euro e ha disvelato interessi economici riferibili alla “famiglia mafiosa" di Castelvetrano guidata dal latitante Matteo Messina Denaro. Nelle sue pagine è ricostruita l'attivitĂ imprenditoriale di Patti, divenuto da muratore capo di una holding miliardaria.Â
Passano allo Stato i beni della vecchia Valtur: tre resort al momento chiusi (Punta Fanfalo a Favignana; Isola Capo Rizzuto a Crotone; Kamarina a Ragusa), il Golf club Castelgandolfo",  una imbarcazione in legno di 21 metri, la “Valtur Bahia”. E poi 400 ettari di terreni, 232 immobili e 25 società che operano anche nel settore del cablaggio di componenti elettrici per autovetture,  altro settore di attività di Patti, il primo vero affare dopo il suo arrivo a Robbio (Pavia) all’inizio degli anni Sessanta con la società “Cablelettra”.
Nella proposta di confisca avanzata dal direttore della Dia si racconta che, negli anni d’oro degli appalti Fiat, partivano trasferimenti di denaro dalla “Cable sud” di Carmelo Patti verso un insospettabile sindacalista della Uil, Santo Sacco, che poi si è scoperto essere uno dei fidati "postini" di Messina Denaro. Sui conti di Sacco sono passati quasi un miliardo delle vecchie lire.Â
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Nelle pagine del provvedimento firmato dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani c’è anche un capitolo dedicato ai collaboratori di giustizia. Angelo Siino ha dichiarato che "Patti era persona legata alla mafia trapanese, ed era anche massone”. Il pentito parla dei contatti fra Patti e “Mastro Ciccio”, Francesco Messina, "tanto che Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”.
Prima del tracollo finanziario, nel 2010, Carmelo Patti avvia la costruzione di un nuovo villaggio, con vista sulla bellissima spiaggia di Campobello di Mazara. I carabinieri del Ros scoprono che ad occuparsi dell’acquisto dei terreni e della spartizione dei lavori per il movimento terra è il boss del luogo, Nicolò Polizzi, un altro fedelissimo del latitante Matteo Messina Denaro. Il figlio del padrino, Pietro Luca Polizzi, viene invece assunto nella Valtur  e diventa presto il factotum del nipote di Patti, anche lui impegnato nel progetto del nuovo villaggio turistico che poi non è mai sorto. Un lungo percorso, quello di Patti, dove Cosa nostra, per gli inquirenti, è stata sempre presente e partecipe.Â
I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà alle10:30 nella sede del Centro Operativo DIA di Palermo.
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